L’atteggiamento non giudicante in psicoterapia è la base di quella competenza aspecifica e trasversale della relazione terapeutica. Non è scontato né facile, la tendenza al giudizio e al biasimo è molto forte, occorre molto lavoro su sé stessi per raggiungere questa capacità.
STRUMENTI PER PSICOLOGI
La sospensione del giudizio è il fondamento dell’alleanza terapeutica. In base alla tripartizione classica fatta da Bordin, l’alleanza è costituita dalla condivisione di obiettivi, compiti e legami.
Perché si crei un legame positivo è necessario che il terapeuta si ponga nei confronti del paziente in una posizione non-giudicante. Diversamente, il legame sarà possibile solo come riedizione nevrotica dell’esperienza del biasimo genitoriale.
Gli studi sull’attaccamento confermano che se l’altro significativo viene percepito come una minaccia il processo di esplorazione viene inibito. Il paziente che sente di doversi difendersi dal giudizio del terapeuta non sarà in grado di esplorare i propri processi.
Dal canto suo, lo psicoterapeuta che non “mette tra parentesi” (→ vedi il concetto di epochè di Husserl) le proprie categorie culturali e morali non potrà “vedere il mondo con gli occhi del paziente”, per usare un’espressione cara alla Benjamin. Il giudizio impedisce una corretta formulazione del caso.
Per chi arriva nei nostri studi ferito, con le ali spezzate e con le ossa rotte, sentirsi ascoltato senza giudizio e in modo benevolo è il primo e più potente atto di cura che possiamo operare.
Due strategie per mantenere un atteggiamento non-giudicante
Uno strumento che favorisce un rapporto paritario fondato sulla okness (→io sono ok – tu sei ok) è la formulazione del contratto terapeutico. che presuppone l’autodirezionalità, la competenza e la responsabilità del paziente.
Una seconda strategie consiste nel monitoraggio costante dei propri processi cognitivi ed emotivi (metacognizione), riorientandosi su una accettazione positiva incondizionata ogni volta che ci si accorge di sovrapporre i propri schemi di giudizio sul paziente.
Per chi arriva nei nostri studi ferito, con le ali spezzate e con le ossa rotte, sentirsi ascoltato senza giudizio e in modo benevolo è il primo e più potente atto di cura che possiamo operare.
Aceti T & Liverano, A (2011). L’alleanza e la relazione come strumento terapeutico. aT rivista di analisi transazionale e metodologie psicoterapeutiche, anno XXXI. N. 23/24:. 80-102
Benjamin LS (2004). Terapia ricostruttiva interpersonale. Promuovere il cambiamento in coloro che non reagiscono, Roma: LAS
Muran JC & Barber JP (2010). L’alleanza terapeutica. Una guida Evidence Based per la pratica clinica, Roma: Sovera Multimedia