(ASCA) – L’ecstasy può contribuire ad amplificare il successo della terapia in pazienti con disturbo da stress post-traumatico: uno studio pilota condotto su un gruppo di 20 persone ha dimostrato che l’uso della sostanza sarebbe sicuro e sembrerebbe migliorare gli effetti della psicoterapia.
Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori americani della Medical University of South Carolina e della Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies, (Santa Cruz, California) guidati dallo psichiatra Michael Mithoefer e pubblicato sul Journal of Psychopharmacology. La sostanza, clinicamente conosciuta con la sigla MDMA e classificata come ”illegale”, sembrerebbe ridurre il timore nei pazienti, permettendo loro di ottenere il meglio dalle sessioni di terapia.
La terapia farmacologica e la psicoterapia non sono conflittuali. Nei casi di traumi gravi è necessario che vengano prima ridotti i sintomi intrusivi e di drastico innalzamento dell’arousal (ansia, agitazione, timore, stress, aggressività) per poter stabilire una fruttuosa alleanza terapeutica con il paziente.
I meccanismi neuropsicologici alla base della trasformazione del ricordo del trauma in memorie intrusive può essere bloccato o trasformato utilizzando molti metodi. Resta però chiaro che l’elaborazione della memoria traumatica non può essere delegata ad un farmaco.