Può capitare che per svariati motivi si perda o non si raggiunga un’erezione sufficiente per compiere l’atto sessuale. Se ciò avviene per un periodo prolungato e con frequenza, si potrebbe trattare di disfunzione erettile.

Gentile dottor Giordano,
non riesco ad effettuare la penetrazione: pur essendo molto attratto dalla mia unica e amata partner ed arrivando ad una normale erezione durante i preliminari, volendo effettuare la penetrazione improvvisamente il pene si affloscia rendendola impossibile.
Comincio a sentirmi in colpa perché noto il dispiacere che ne deriva alla mia partner. Da cosa può dipendere? (e-mail firmata)

Avevo già parlato della disfunzione erettile nell’articolo “Per guarire dall’impotenza basta una pillola. Oppure no?“. Insieme alla eiaculazione precoce, la difficoltà a mantenere l’erezione o la perdita di turgidità prima della penetrazione sono infatti le forme di disturbo sessuale maschile più diffuse.

Perché si perde l’erezione?

Normalmente le prime aree che noi psicologi indaghiamo riguardano:

  • la frequenza della disfunzione erettile (la perdita di erezione avviene in tutte le occasioni o solo alcune volte al mese/settimana?);
  • la durata (da quanto tempo hai questa difficoltà?);
  • la specificità (accade con un/a partner in particolare o con tutte? sono presenti erezioni notturne o al risveglio?);
  • la pervasività (ti succede solo nel momento della penetrazione o anche in altri momenti dell’attività sessuale, come la masturbazione, il sesso orale etc.?);
  • la gravità (il pene diventa del tutto flaccido o rimane semiturgido?).

Questa prima indagine serve a capire se se siamo di fronte ad una disfunzione prevalentemente organica o psicogena. Chiaramente, non è possibile fare una psicodiagnosi a distanza (la psicodiagnosi può essere effettuata solo con uno o più colloqui dal vivo), per cui prenderemo il caso del lettore come un caso esemplare. Dato che durante i preliminari non ci sono problemi, si può accantonare l’ipotesi di una eziologia esclusivamente organica.

Problemi vascolari

Non si può però escludere del tutto la possibilità che ci possano essere problemi vascolari. L’erezione avviene grazie all’afflusso di sangue nel corpo cavernoso e per mantenere la turgidità è necessario che questo sangue non defluisca subito ma resti “imprigionato” nel pene. Se per svariati motivi (problemi di circolazione, malattie, sedentarietà, medicinali, fumo etc.) si ha un’inadeguata impedenza del deflusso venoso, è molto difficile poter mantenere l’erezione per un tempo sufficiente per compiere l’atto sessuale.

Ipotizzando che non ci siano cause organiche e che la restante attività sessuale si svolga senza problemi, perché il pene si affloscia proprio nell’atto della penetrazione? In questo caso, non si tratta di un calo della libido, cioè dell’attrazione sessuale, perché il lettore si sente “molto attratto”, definisce la partner “unica e amata” e ha una “normale erezione” durante i preliminari.

Ogni persona è irripetibile e ha una storia unica, per cui le risposte potrebbero essere infinite. Senza pretendere di fare un elenco completo, proviamo a vedere quali sono le cause più comuni della perdita dell’erezione e i possibili interventi psicologici.

Problemi comuni e possibili interventi

Le aree più specifiche che indaghiamo come psicologi sono quella del desiderio, del comportamento sessuale, delle emozioni, delle fantasie e della motivazione. Come dice una frase molto in voga:

“L’organo sessuale maschile è il cervello.
Quello in mezzo alle gambe si chiama organo genitale”.

In linea generale, le motivazioni più frequenti che portano alla perdita di erezione sono:

Iperriflessione

È la famosa “ansia da prestazione”. Se ci si concentra eccessivamente sulla performance, si perde di vista il motivo per cui si sta facendo sesso. Come quando si stringe un pugno di sabbia: più si stringe più la sabbia ci scivola via dalle dita. In questo caso noi psicologi utilizziamo una tecnica sviluppata da Viktor E. Frankl che si chiama “dereflessione” (→ vedi articolo sulla dereflessione).

Condizionamento traumatico

Parte del nostro comportamento dipende dall’associazione di una situazione (stimolo) ad uno schema comportamentale di pensieri, emozioni e azioni (risposta). Se si sono avute esperienze negative durante l’atto sessuale, ogni volta che si ricrea quella situazione si riattiveranno quegli schemi di autodenigrazione, colpevolizzazione (“comincio a sentirmi in colpa”), autosvalutazione, generalizzazione pessimistica (“sei il solito incapace, non ce la farai mai, ora farai una brutta figura, chissà cosa penserà di te” etc.).

Questa situazione si aggrava a causa della circolarità causale: ogni nuovo insuccesso rafforza il dialogo interiore negativo. Noi psicologi interveniamo innanzitutto decondizionando le memorie implicite e forniamo gli strumenti per bloccare il dialogo interiore negativo sostituendolo con un dialogo interiore che ridà potere al paziente.

Idealizzazione del sesso o del/la partner

Al di là del caso presentato dal lettore (che ha una partner esclusiva), avviene spesso che alcuni uomini riescano a fare sesso senza problemi con compagne occasionali o prostitute, ma non riescano a fare sesso con la propria partner perché hanno interiorizzato un’immagine “angelicata” della propria compagna. Penetrarla significherebbe “violarla”.

L’uomo può adottare questa visione idealizzata della compagna per proteggerla dalla propria aggressività, che conosce poco e che non sa gestire. In questi casi, oltre a confrontare il paziente sulle convinzioni, sulle emozioni e sulle fantasie, noi psicologi procediamo anche a ristabilire una posizione esistenziale del tipo “io sono OK – tu sei OK“.

Struttura di personalità

Il sesso, come ho scritto altre volte, è un linguaggio, un modo per comunicare. Se la persona ha una configurazione di personalità eccessivamente competitiva, eccessivamente controllante (come nel D.O.C.) o eccessivamente sospettosa, l’atto sessuale fa emergere e amplifica queste dimensioni.

In sintesi

Le cause per cui si perde l’erezione impedendo l’atto sessuale possono essere molteplici e spesso sono intrecciate tra loro. Sarebbe innanzitutto necessario rivolgersi ad un medico esperto in andrologia per valutare se ci siano cause organiche, soprattutto di tipo vascolare.

Se però, come nel caso del lettore che mi ha scritto, la difficoltà è legata maggiormente a fattori psicologici, i soli medicinali o interventi chirurgici non sono sufficienti: è necessario un percorso psicoterapeutico che possa aiutare a definire quali sono i processi con il quale la persona si blocca e pianificare un intervento per risolverli.

Avere una vita sessuale più soddisfacente e più piena è molto più semplice di quanto non sembri, basta avvalersi degli strumenti (e dei professionisti) giusti.


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.