Il film “Shame” del regista Steve Mcqueen, interpretato da Michael Fassbender, ha portato nuovamente all’attenzione dei media il tema della sessualità compulsiva. In realtà, come ha fatto notare Matteo Bordone alle Invasioni Barbariche, il protagonista di Shame sembra più affetto da un ottundimento affettivo che rasenta l’alessitimia che da un disturbo da dipendenza sessuale.  Il tema centrale  del film sembra essere la difficoltà del protagonista (ma anche della sorella, dei colleghi e di tutti quelli che li circondano) a creare relazioni interpersonali.

Ma la dipendenza sessuale è una vera dipendenza?

Molti autori sostengono che la dipendenza sessuale sia una vera e propria dipendenza, come quella da alcool, droga o farmaci. Altri, invece, pensano che la sessualità compulsiva debba essere considerata un sintomo o una forma di disturbo ossessivo-compulsivo.
Chi ha una spinta sessuale compulsiva si rende conto di esporre la propria salute a numerosi pericoli, di spendere eccessivamente in chat erotiche o prostitute, di fare sesso con persone che in realtà non lo attraggono, di compromettere le relazioni familiari. Se ne rende conto ma non riesce a smettere. Come per i rituali del disturbo ossessivo-compulsivo, il sesso diventa un obbligo più che un piacere.

Il DSM (il più diffuso manuale dei disturbi psicologici) non ha una categoria specifica per la dipendenza sessuale. Per parlare di “dipendenza” il DSM impone che ci sia anche la tolleranza (si ha bisogno di stimoli sempre maggiori) e l’astinenza (bisogno dello stimolo per attenuare i sintomi di astinenza), e non sempre i “dipendenti da sesso” soddisfano queste caratteristiche. Il manuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (ICD-10), invece, nelle “Sindromi e disturbi da da alterazioni di funzioni fisiologiche” prevede l’Impulso sessuale eccessivo (F52.7), però non ne fornisce i criteri diagnostici. 

Al di là di queste questioni tecniche, se una persona pensa spesso al sesso e ha numerosissimi rapporti sessuali dobbiamo considerarlo “malato” di dipendenza sessuale? No. Innanzitutto perché una persona è malata se sta male. E poi perché per stabilire se un comportamento è patologico oppure no è necessario che sia rigido e la pervasivo, cioè che influisca su tutti i settori della propria vita, altrimenti qualsiasi abitudine o preferenza diventerebbe una patologia.

Chi sono e quanti sono i dipendenti da sesso?

Non essendoci criteri diagnostici ufficiali, è difficile tracciare l’identikit del dipendente da sesso. In linea generale possiamo dire che i sex addicted si aggirano intorno al 5-6% della popolazione e sono prevalentemente maschi eterosessuali tra i 25 e i 40 anni. Quasi tutti gli studi si concentrano sul cybersex, cioè sulla fruizione di sesso tramite internet (video e siti pornografici, masturbazione tramite chat, appuntamenti on-line etc.).

Alcune coppie mi hanno chiesto se i film porno, i fumetti erotici, la prostituzione, le dark-room e la masturbazione siano sintomi di un disturbo sessuale. Di nuovo, la risposta è: no. Possono essere segnali di disagio (ma non necessariamente di patologia) solo se questi comportamenti interferiscono con la vita di coppia: se il/la partner si eccita esclusivamente vedendo filmati pornografici; se raggiunge l’orgasmo esclusivamente attraverso pratiche autoerotiche; se riesce ad avere rapporti sessuali esclusivamente con prostitute/i, allora c’è un problema.

Penso di essere affetto da dipendenza sessuale. Cosa posso fare?

Innanzitutto, riconoscere di avere un problema è un’ottima cosa, ma l’autodiagnosi – cioè appiccicarsi addosso delle etichette – spesso è controproducente. Meglio parlarne con uno psicologo.
I problemi legati alla sfera sessuale, spesso, sono dovuti proprio al fatto che non si è capaci di parlarne. E più li teniamo nascosti, più interferiscono con la nostra vita.

Vi propongo un semplice esercizio: se pensate di avere un impulso sessuale eccessivo, segnate sul calendario quanti giorni (o quante ore) riuscite a stare lontani dai film porno, dal sesso occasionale etc. Potete anche scrivere su un quaderno i pensieri, le sensazioni e i sentimenti che provate. In questo modo avrete una misura della dipendenza e potrete individuare quali strategie siete in grado di mettere in campo.

Se, parlando con lo psicologo, concorderete un percorso di counseling psicologico o di psicoterapia, conoscere le vostre risorse e i vostri punti di forza vi sarà molto utile.


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dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.