Auguri di buone festività pasquali a tutti i lettori di cultura ebraica e cristiana!

La Pasqua ebraica (Pesach) quest’anno va dal 7 al 14 aprile 5772. La Pasqua cristiana cattolica cade domenica 8 aprile 2012 e la Pasqua cristiana ortodossa il 15 aprile 2012.

È un evento centrale in tutte e due le religioni e dal punto di vista simbolico rappresenta l’esperienza della rinascita, del rinnovamento, della liberazione dalla schiavitù, della purificazione.
Le immagini e i simboli utilizzati in questi rituali sono molto potenti: le acque che si dividono, il cammino nel deserto, la pietra spezzata,  le catene che cadono, le tenebre e la luce, il sangue, il fuoco… Sono tutte metafore che ricorrono spesso anche nel counselling e in psicoterapia e permettono a chi compie questo percorso di tradurre in immagini la potente esperienza che sta facendo.

Sono sempre rimasto affascinato dalla forza del racconto che caratterizza la pesach ebraica e che scandisce gran parte della veglia pasquale cattolica; forse per questo mi sono da subito trovato a mio agio con i principi e le tecniche della psicoterapia narrativa.

Vi lascio quindi con un racconto di tratto da “I racconti dei Hassidim” di Martin Buber in cui la voce divina costringe un famoso Rabbi a vedere con occhi un po’ più “marziani” le sue convinzioni rispetto a ciò che è giusto e ciò che è riprovevole, con l’augurio che il racconto “costringa” anche voi a fare altrettanto.

Il Seder dell’uomo ignorante

Una volta Rabbì Levi Isacco aveva tenuto il Seder della prima sera di Pesah con tutte le intenzioni, così che alla sua tavola ogni parola ed ogni rito si illuminò della santità del suo segreto significato. Dopo la festa, sul fare dell’alba, Rabbì Levi Isacco sedeva nella sua stanza ed era lieto ed orgoglioso che il Seder di quella notte gli fosse riuscito così felicemente. Ma ecco una voce gli disse: “Di che ti vanti? Più grato mi è il Seder di Haim l’acquaiolo, che il tuo”. Il Rabbi adunò la gente di casa ed i discepoli e chiese dell’uomo di cui gli era stato fatto il nome. Nessuno lo conosceva. Per ordine dello zaddik alcuni discepoli andarono a cercarlo.

Dovettero cercare a lungo prima che al margine della città, dove abitano i poveri, indicassero loro la casa di Haim l’acquaiolo. Bussarono alla sua porta. Usci una donna e chiese che volessero. Quando l’ebbe saputo se ne meravigliò e disse: “Sì, Haim l’acquaiolo è mio marito. Ma non può venire con voi; ieri ha bevuto molto ed ora lo smaltisce dormendo, e se anche lo svegliate non sarà capace di muovere i piedi“. Quelli risposero soltanto: “Il rabbi l’ha ordinato”, entrarono e lo scossero fino a che si destò. Egli li guardò battendo gli occhi, non capì perché avessero bisogno di lui e volle rimettersi a dormire. Ma essi lo sollevarono dal letto, lo presero in mezzo a loro e lo portarono quasi di peso dallo zaddik.

Questi gli fece dare una sedia accanto a sé e disse: “Rabbì Haim, dilettissimo, a quale mistero era rivolta la vostra intenzione quando avete fatto la ricerca dei hamez?”.
L’acquaiolo lo guardò con occhi imbambolati, scosse la testa e rispose: “Signore, ho cercato in tutti gli angoli e l’ho raccolto”.
Stupito lo zaddik continuò: “E quale santo intendimento avevate in mente quando avete bruciato il hamez prima di Pesah?”. “Signore, ho dimenticato di bruciarlo. E, ora ricordo, è ancora sulla trave”.
Quando il Rabbi udì questo, perse ogni sicurezza, ma continuò a domandare: “Ed ora ditemi questo, Rabbì Haim, come avete fatto il Seder?”.

Fu allora come se qualcosa si destasse negli occhi e nelle membra dell’uomo, ed egli disse in tono umile: “Rabbì, vi dirò la verità. Vedete, io ho sempre sentito dire che è proibito bere l’acquavite durante gli otto giorni di Pesah e cosi ieri mattina ho bevuto da averne abbastanza per otto giorni. Allora mi sono sentito stanco e mi sono addormentato. Poi mia moglie mi ha svegliato ed era sera, e lei mi ha detto: ‘Perché non fai il Seder come tutti gli altri Ebrei?’ Io ho detto: ‘Che vuoi da me? Io sono un ignorante figlio di un ignorante e non so che dire e che fare. Ma vedi, questo lo so: i nostri padri e le nostre madri erano prigionieri degli zingari, e noi abbiamo un Dio che ci ha condotto in libertà. E vedi, ora siamo di nuovo prigionieri, e io so e te lo dico, Dio condurrà anche noi in libertà.’ E allora ho visto lì il tavolo, e la tovaglia splendeva come il sole, e sopra c’erano piatti con mazzot ed uova ed altre vivande, e c’erano bottiglie di vino rosso, ed ho mangiato le mazzot con le uova ed ho bevuto il vino, ed ho dato da mangiare e da bere a mia moglie. E allora mi ha assalito la gioia, ed ho alzato il bicchiere a Dio ed ho detto: ‘Vedi Dio che bevo questo bicchiere alla tua salute! E tu chinati verso di noi e liberaci!’ Cosi siamo stati a tavola e abbiamo bevuto e ci siamo rallegrati innanzi a Dio. E poi ero stanco, mi sono steso e mi sono addormentato”.


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.