Gli psicologi sono obbligati ad avere il POS per consentire i pagamenti dei pazienti o sono esonerati? E sono esonerati solo quelli sopra una certo fatturato o tutti? Come stanno le cose?
Se state cercando una risposta secca alla domanda «Noi psicologi siamo obbligati ad avere il POS per permettere i pagamenti con carta di credito e bancomat?», la risposta è: sì. Entro il 30 giugno 2014 dovrete avere un POS nel vostro studio.
L’Ordine degli Psicologi del Lazio si era occupato della questione nella Newsletter n. 35 del 29 novembre 2013 (Chiarimenti sull’obbligo di POS per i professionisti) e nella recente News del 05/03/2014 (Chiarimenti circa l’obbligo di POS per i professionisti) dove viene spiegato che
«Il “Milleproroghe 2014” stabilisce che l’obbligo decorrerà a partire dal 30 giugno 2014. Ricordiamo che al momento l’obbligo riguarda i soli professionisti il cui fatturato dell’anno precedente a quello nel corso del quale è effettuato il pagamento sia superiore a € 200.000,00 e solo per pagamenti di importo superiore a € 30,00
Aggiornamento del 19 febbraio 2014
Il 27 gennaio 2014 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Ministero dello sviluppo economico del 24 gennaio 2014 recante Definizioni e ambito di applicazione dei pagamenti mediante carte di debito. Tale Decreto circoscrive l’obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito
ai soli professionisti il cui fatturato dell’anno precedente a quello nel corso del quale è effettuato il pagamento sia superiore a € 200.000,00e solo per pagamenti di importo superiore a € 30,00. Il Decreto non obbliga, dunque, il cliente/paziente ad effettuare pagamenti esclusivamente attraverso carte di debito, ma si limita ad offrigliene la possibilità. Se ne deduce che il cliente/paziente che non voglia tener traccia nei propri documenti bancari di questa sua spesa potrà continuare ad effettuare pagamenti in contanti, sempre che siano inferiori a € 1.000,00».
L’obbligo c’è, viene detto, ma riguarda solo i colleghi che nel 2013 hanno fatturato più di 200mila euro. La maggior parte degli psicologi che, purtroppo, guadagna a malapena 100mila euro annui ha tirato un sospiro di sollievo.
Vi siete sollevati abbastanza? Ok, ora può bastare. Perché se anche a voi – come a molti colleghi con i quali ho parlato – è sfuggito quel “al momento”, sappiate che l’obbligo del POS riguarda anche voi.
Spiega infatti il Sole24ore che per i soggetti obbligati è venuta meno la fase transitoria di prima applicazione, prevista dal regolamento, che limitava l’operatività della disposizione sino al 30 giugno 2014 unicamente alle imprese e ai professionisti con fatturato superiore a 200mila euro nell’anno precedente a quello del pagamento.
Quali spese comporta avere il POS?
Avere il POS comporta diverse spese: il “contributo iniziale una tantum” dell’apparecchio, le commissioni sulle singole transazioni, l’eventuale costo dell’abbonamento wi-fi, l’apertura di un conto corrente, nel caso non ne abbiate uno, etc. Prendiamo come esempio l’offerta delle Poste Italiane (che però è limitata solo ai correntisti Banco Posta).
Esistono anche i POS tramite smartphone. In ogni caso, per chi, come me e i miei colleghi ad esempio, non ha la linea wi-fi nello studio dovrà o attivarla o acquistare una sim che si colleghi alla rete internet e che costituisce un ulteriore costo di non poca entità. Va anche tenuto conto che non in tutte le zone d’Italia la rete mobile arriva in modo sufficiente, peraltro.
Avere il POS non obbliga il paziente/cliente a pagarvi col bancomat. Può sempre pagarvi con contanti, se non supera i 1.000 euro. Sembra che, tra le tante promesse, ci siano all’orizzonte commissioni ridotte per noi partite Iva a partire dal luglio 2014. Vedremo. Per ora consentitemi di essere scettico.
Facciamo i conti della serva tenendo presente lo “psicologo medio” di una città come Roma, Bologna, Milano o Torino:
- affitto dello studio: 60-120€ mensili (per 1 giorno/settimana)
- 5% sui guadagni [per start up] o 45% sui guadagni [professionisti senza agevolazioni]
- 2% contributo previdenziale ENPAP (e comunque 780€ di minimo soggettivo)
- 140€/anno iscrizione Ordine degli Psicologi
- 100-150€ noleggio una tantum del POS
- 20-40€ di canone mensile del POS
- 3%-5% di commissione su ogni transazione POS
- 20-30€ al mese di linea ADSL oppure 8-15€ al mese di abbonamento wifi mobile
E se lo psicologo non ha lo studio sotto casa, vanno aggiunte circa 30€ di carburante. Se va installata la linea telefonica nello studio e acquistato il router bisogna aggiungere altre spese. Senza contare eventuali guasti e richieste di assistenza del POS da pagare di tasca propria.
Per un giovane professionista questi 50-100 € al mese pesano moltissimo. Se per 80€ di bonus elettorale Renzi ha alzato tutto questo polverone, cosa dovremmo dire noi che non solo non li riceviamo ma siamo costretti a toglierceli dalle nostre tasche?
E non abbiamo ancora preso in considerazione i futuri Crediti Formativi Permanenti, l’assicurazione obbligatoria etc. Insomma, a breve la stangata sarà anche peggiore. Non dovete chiedervi “se” ci sarà, ma solo “quando” arriverà.
Cosa è stato fatto dall’Ordine e dalle Associazioni
«alcune professionali di categoria [ad esempio gli Architetti, ndr] si sono attivate per chiedere che i professionisti siano dispensati dall’obbligo di mettere a disposizione questi nuovi strumenti di pagamento elettronico. Anche Altrapsicologia invierà una propria nota presso i ministeri dello Sviluppo Economico e delle Finanze. Nel frattempo, le organizzazioni dei professionisti devono però andare anche nell’altra direzione: contrattare con il mercato bancario per avere condizioni agevolate. Gli strumenti di pagamento elettronici sono infatti sempre più diffusi.».
La mia opinione
PRO. L’obbligo del POS ha una ratio di fondo, che è quella della tanto sospirata tracciabilità che ci farebbe salire di qualche punto nella classifica dei Paesi col più alto tasso di corruzione e di evasione. Ma la legge obbliga ad avere il POS, non ad utilizzarlo. Solo sopra i 1000 euro non si può pagare in contanti, ma anche in questo caso non si è obbligati ad usare il POS, si può fare un bonifico o un assegno. Un altro “pro” di questa norma è che dà la possibilità alle persone di pagare con carta di credito/bancomat. Non è detto che uno voglia andare in giro con i contati, e ha diritto di poter pagare anche un caffè o un pacchetto di patatine con il mezzo elettronico.
CONTRO. Se fosse tutto gratuito, non avrei nulla contro. Ma non è così. Lo Stato obbliga noi professionisti a dotarci di questa macchinetta infernale accollandoci tutte le spese. Anche nel passaggio al digitale terrestre milioni di persone sono state costrette a cambiare TV o comprare il decoder, ma almeno in quell’occasione misero una agevolazione (si trattava comunque di una carognata, eh). Inoltre non è una reale misura per la tracciabilità.
L’ordine degli Architetti, che aveva fatto ricorso presso il TAR (ricorso che è stato respinto) hanno definito questa norma una “gabella medievale” a favore delle banche. Non posso che essere d’accordo.
Approfondimenti
- Il Sole 24 ore: Si parte dal 30 giugno senza soglie di fatturato
- Articolo di Eutekne che spiega nel dettaglio i passaggi legislativi
- L’obbligo di Pos per i professionisti frutterà 2 miliardi alle banche
- esempio: Servizio di POS di Banca Sella
- SumUp: trasformare lo smartphone in POS
- Tabella commissioni mensili per il POS