Dopo il confronto tra il DSM 5 e il IV-TR  sui Disturbi dello sviluppo neurologico e Spettro schizofrenico e altri disturbi psicotici; i Disturbi Bipolari e Depressivi; la Disforia di genere e il Disturbo pedofilico oggi ci occupiamo dei Disturbi sessuali.

1.2 Section II: diagnostic criteria and codes
1.2.1 Neurodevelopmental disorders
1.2.2 Schizophrenia spectrum and other psychotic disorders
1.2.3 Bipolar and related disorders
1.2.4 Depressive disorders

1.2.5 Anxiety disorders
1.2.6 Obsessive-compulsive and related disorders
1.2.7 Trauma- and stressor-related disorders
1.2.8 Dissociative disorders
1.2.9 Somatic symptom and related disorders
1.2.10 Feeding and eating disorders
1.2.11 Sleep–wake disorders
1.2.12 Sexual dysfunctions
1.2.13 Gender dysphoria
1.2.14 Disruptive, impulse-control, and conduct disorders
1.2.15 Substance-related and addictive disorders
1.2.16 Neurocognitive disorders
1.2.17 Paraphilic disorders
1.2.18 Personality disorders

1.2.12 Disfunzioni sessuali

Nel DSM 5 il numero di etichette diagnostiche per le disfunzioni sessuali è stato ridotto da 5 a 3 per le donne e da 6 a 4 per gli uomini. Sono stati introdotti nuovi criteri inclusivi ed esclusivi: porre la diagnosi ora è necessario che le disfunzioni abbiano una durata minima di 6 mesi e una frequenza del 75% -100%.

Implicitamente viene ribadito che manifestazioni temporanee o saltuarie non possono essere diagnosticate come disfunzione, anche se alcuni pazienti vivono una singola défaillance come catastrofica (con un’azione di retrofeedback che blocca successive prestazioni creando di fatto un blocco nell’espressione della sessualità).

La disfunzione, inoltre, non deve essere meglio spiegata da un altro disturbo mentale di tipo non sessuale, dalle conseguenze di rapporti gravemente problematici o altri fattori di stress rilevanti. L’espressione “stress significativo” sostituisce la più generica “difficoltà interpersonali” che era usata nel DSM-IV-TR.

Trovo particolarmente interessante l’introduzione delle caratteristiche associate, un gruppo di criteri suddiviso in 5 aree che sembrano voler reintrodurre la suddivisione in Assi del DSM-IV:

  1. fattori sociali (ex: legislazione, condizioni sociosanitarie del Paese, ritmi frenetici);
  2. fattori relazionali (ex. comunicazione inefficace, mancanza di sintonia sessuale); 
  3. fattori individuali (ex. abuso sessuale pregresso, disturbi in comorbilità, lutto, precarietà lavorativa); 
  4. i fattori culturali o religiosi (ex: condizionamenti religiosi, condanna o scoraggiamento della pratica sessuale); 
  5. fattori medici.

Manifestazioni temporanee o saltuarie non possono essere diagnosticate come una disfunzione sessuale

Disfunzioni sessuali femminili

Come si è detto, il numero è stato ridotto dai 5 della precedente versione a 3:

  • Disturbo del desiderio e dell’eccitazione: i Disturbi del desiderio e i Disturbi dell’eccitazione nel DSM-IV erano distinti. Questa categoria viene popolarmente chiamata “frigidità”. Per la diagnosi occorre valutare la frequenza o l’assenza del 1. desiderio; 2. pensieri sessuali o fantasie erotiche (tipici del Disturbo da desiderio ipoattivo); 3. iniziativa nell’avviare il rapporto sessuale o risposta ai tentativi del partner, 4. eccitazione e piacere, 5. risposta agli stimoli sessuali, 6. sensazioni durante l’attività sessuale, sia genitale che non genitale. Sono necessari 3 criteri su 6 per porre la diagnosi.
  • Disturbo da dolore/penetrazione genitopelvica: sostituisce la Dispareunia e il Vaginismo. Per la diagnosi vanno valutati: 1. il dolore vulvovaginale o pelvico durante la penetrazione o il tentativo di penetrazione; 2. la paura o l’ ansia del dolore in attesa della penetrazione, durante la penetrazione o dopo la penetrazione; 3. tensione dei muscoli pelvici durante il tentativo di penetrazione.
  • Disturbo dell’orgasmo femminile: non ha subito variazioni rispetto al DSM-IV-TR.

Disfunzioni sessuali maschili

Anche le etichette diagnostiche relative alle disfunzioni maschili passano dalle 6 del DSM-IV alle 4 dell’attuale DSM-5:

  • Disturbo da desiderio sessuale ipoattivo: come per quello femminile, il desiderio sessuale ipoattivo nel DMS-IV era suddiviso in Desiderio sessuale ipoattivo e Disturbo da avversione sessuale. La categoria dell’avversione sessuale è stata cancellata. I criteri sono sostanzialmente quelli della classe dei Disturbi del desiderio sessuale della precedente edizione.
  • Disturbo da eiaculazione ritardata: si tratta dell’impossibilità a eiaculare in vagina, ma a differenza dell’eiaculazione precoce non viene specificato il criterio temporale. Una stima ragionevole può essere quella di 10-15 minuti o comunque entro il tempo di mantenimento dell’erezione.  
  • Disturbo da eiaculazione precoce: i criteri sono sostanzialmente gli stessi della versione precedente. Anche in questo caso è stato precisato meglio il criterio temporale: l’eiaculazione deve avvenire entro circa un minuto dopo la penetrazione vaginale e deve riguardare la quasi totalità dei rapporti (80-100%).
  • Disturbo erettile. I criteri per porre la diagnosi di Disturbo erettile sono sostanzialmente gli stessi del Disturbo maschile dell’erezione del DSM-IV. È stato precisato anche in questo caso che è necessaria una frequenza del 75% -100% e una significativa diminuzione funzionale della rigidità.

Come possiamo vedere, la dispareunia  – cioè il dolore genitale associato al rapporto sessuale – è stata cancellato dal DSM sia per l’uomo che per la donna.

Alcune considerazioni

A differenza dell’ICD e della precedenti versione, il DSM-5 specifica la penetrazione come vaginal. Personalmente ritengo che il riferimento specifico all’atto sessuale penetrativo di tipo vaginale rappresenti una limitazione diagnostica: innanzitutto perché l’eiaculazione può avvenire anche prima della penetrazione (o al contatto tra le parti intime o anche prima di denudarsi). Inoltre, l’eiaculazione precoce o ritardata si può verificare anche quando si hanno rapporti anali, orali o di masturbazione.

Alcune coppie scelgono di non avere rapporti vaginali per le più svariate motivazioni: se il rapporto sessuale non riesce ad essere soddisfacente a causa della mancata eiaculazione o della precocità della stessa si deve comunque considerare lo stesso fenomeno, anche se formalmente non è possibile porre diagnosi con questo manuale.

Ciò comporta anche che vengono esclusi di fatto dalla diagnosi di Disturbo da eiaculazione precoce/ritardata i rapporti omosessuali (maschi omosessuali, ovviamente).

Sta quindi alla capacità diagnostica del clinico stabilire se, fatte le dovute distinzioni, sia possibile utilizzare le etichette diagnostiche del DSM-5 anche per omosessuali e casi differenti.


Riferimenti

  • American Psychiatric Association (2013) DSM-5: Diagnostic and Statistical Manual for Mental Disorders. 5th edition. American Psychiatric Press, USA.
  • American Psychiatric Association (2000) Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fourth Edition, Text Revision. Washington, DC: American Psychiatric Association
  • IsHak WW, Tobia G (2013) DSM-5 Changes in Diagnostic Criteria of Sexual Dysfunctions. Reprod Sys Sexual Disorders 2:122. doi: 10.4172/2161-038X.1000122

dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.