I sentimenti, le preferenze sessuali, le strategie cognitive, il modo di comportarci e di reagire… sono determinati da fattori genetici innati o dall’influenza delle esperienze ambientali?

Diciamo subito che posta in questi termini la questione non ha alcun senso. La programmazione genetica sulla base della quale si costruiscono il corpo e la mente consiste nel creare degli organi funzionali all’adattamento con l’ambiente.

Il programma genetico determina come deve strutturarsi il cervello, ma lascia gran parte del lavoro all’interazione con l’ambiente

L’uomo è geneticamente ambientale.

Konrad Lorenz, padre dell’etologia, faceva questo esempio: il DNA dei pesci prevede la creazione di branchie e di pinne. Perché? Perché il pesce si è adattato al suo ambiente che è l’acqua. È l’acqua che influenza la creazione di branchie e pinne o è il DNA che stabilisce che il pesce debba averle? Se facciamo un salto nel tempo, vedremo che in base alla selezione il pesce ha sviluppato le branchie e le pinne proprio nell’interazione continua con l’acqua, secoli e secoli di adattamento all’ambiente che lo circondava.

È in base a questo principio di continua interazione fra l’organismo e l’ambiente che scaturisce la meravigliosa varietà delle specie animali: pensiamo alla sogliola con entrambi gli occhi sullo stesso lato, alla struttura aerodinamica del corpo di uno squalo, al mimetismo della murena, all’ermafroditismo sequenziale del pesce pagliaccio… Sono tutti aspetti ormai codificati nei geni, ma che si sono sviluppati come miglior adattamento possibile all’ambiente circostante.

Filogenesi e ontogenesi

Ciò che vale per l’evoluzione della specie vale anche per l’ontogenesi di ogni singolo essere umano: il programma genetico in realtà è solo una “bozza”, ci sono le linee-guida, ma non contiene la descrizione dettagliata di ogni singolo comportamento. È per questo che affermazioni come “scoperto il gene della felicità, della tossicodipendenza, dell’ottimismo, dell’omosessualità” etc. sono solo titoli sensazionalistici ma non hanno alcun senso dal punto di vista scientifico.

La definizione di ambiente in biologia indica «tutto ciò che può influire direttamente sul metabolismo o sul comportamento di un organismo o specie vivente». Il cambiamento operato dall’ambiente sull’essere umano non è illimitato ma avviene nell’ambito della variabilità stabilita dai geni. L’interazione con l’ambiente fa sì che si realizzi una delle potenziali conformazioni di quell’organo o comportamento.

Questo discorso vale anche per la psiche? Sì. Il cervello è fatto di neuroni (cellule) e di sinapsi (collegamenti elettrochimici tra una cellula e le altre). Il programma genetico determina come deve strutturarsi il cervello, ma lascia gran parte del lavoro all’interazione con l’ambiente. Anche qui, il DNA stabilisce le linee guida ma poi il modo in cui verranno cablati i circuiti neuronali dipende dagli stimoli ambientali.

Il gattino cieco e i bambini lupo

Se a un micetto viene bendato un occhio nelle prime settimane di vita, quando verrà tolta la benda non vedrà più da quell’occhio. Analizzando l’apparato visivo non ci sarà niente di danneggiato. Né la corteccia visiva (la parte del cervello che decodifica gli stimoli ricevuti dall’occhio) presenta anomalie. Solo che non ci saranno sinapsi che collegano occhio e corteccia per ché sono state “potate” (pruning). Se le casse del computer non ti funzionano, a che ti serve il cavo? Lo butti via.

Le storie di bambini che si perdono nella foresta e vengono allevati dai lupi o dagli scimpanzé, tipo Tarzan o Mowgli, sono reali. Solo che quando vengono ritrovati questi bambini non parlano. E non recupereranno questa funzione neppure negli anni seguenti. Perché? Per lo stesso principio dell’occhio del gatto: le sinapsi per il linguaggio non servivano, quindi sono state “potate”.

Se queste funzioni si costruiscono in base all’interazione con l’ambiente, come mai poi quando viene tolta la benda il gatto non riacquista la vista e il bambino-tarzan non riacquista il linguaggio?

Giusta osservazione. L’influenza dell’ambiente non si limita ai primi mesi o anni di vita. Ma i primi anni restano comunque fondamentali e in alcuni casi determinanti per lo sviluppo della psiche. È  un po’ come l’architettura di una casa: all’inizio c’è un “periodo finestra” durante il quale si buttano giù le fondamenta e lo scheletro. Anche dopo la costruzione potrete buttare giù pareti, fare infiltrazioni nelle fondamenta e tirare su tramezzi o controsoffitti, ma la struttura rimarrà quella. Potete modificare le parti della casa che avete costruito, ma se durante il periodo finestra non avete costruito una parte (la funzione visiva di un occhio, ad esempio) non potrete costruirla più in seguito.

In conclusione: siamo ciò che diventiamo

La nostra identità, ciò che siamo, ciò che ci piace e il nostro modo unico di essere al mondo è frutto dell’interazione tra patrimonio genetico e ambiente. Anche l’identità sessuale, come abbiamo visto, è fatta di una architettura genetica di base (→ Il sesso biologico) che interagisce con gli stimoli ambientali.

Le funzioni psichiche hanno periodi finestra molto lunghi e sono molto meno rigide rispetto agli organi esterni ed interni, perché la psiche serve principalmente come “organo di adattamento”, per essere modificata e modificarsi di continuo in base agli stimoli ambientali. Questo adattamento come abbiamo visto non è illimitato ma avviene all’interno di un range geneticamente determinato.

La buona notizia è che i processi mentali sono come il bodybuilding: anche se la struttura di base non è modificabile, con l’esercizio e l’alimentazione i vostri muscoli possono essere modellati e trasformati. Grazie all’elevata adattabilità della nostra psiche un adeguato training psicologico ottiene lo stesso risultato del bodybuilding: la nostra struttura psichica, la nostra identità, rimarrà la stessa, ma potremo modificare il nostro comportamento e ciò che ci provoca sofferenza fino ad ottenere il tipo di vita che desideriamo, entro il range delle nostre possibilità.


Lorenz K (2003), L’anello di Re Salomone, Milano: Adelphi


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.