Il gioco “Violenza carnale” è uno dei giochi psicologici individuati dall’Analisi Transazionale e consiste nello scambio di messaggi di seduzione e di potenza. Con un finale sempre sgradevole.

In Analisi Transazionale il termine gioco indica una sequenza prevedibile di transazioni (cioè scambi di comunicazione) finalizzati ad ottenere un guadagno in termini di stroke negative. I Giochi psicologici quindi hanno poco a che fare con l’attività ludica dei bambini (o del bambino che è in ogni adulto).

Il tornaconto consiste nell’accumulare bollini da aggiungere alla Grande Raccolta Punti dell’album “Tutti gli uomini sono Inetti e Cattivi”.

La formula del Gioco Violenza Carnale

La teoria AT utilizza una formula per descrivere gli elementi costitutivi del gioco e il suo svolgimento: Gancio+Anello = Risposta → Scambio → Incrocio = Tornaconto.

I protagonisti del gioco sono due o più persone. Nel Gioco che stiamo esaminando Berne individua nella donna il primo giocatore mentre il secondo giocatore è l’uomo. Trattandosi di una dinamica psicologica, però, i ruoli del gioco Violenza carnale possono essere invertiti (uomo primo giocatore e donna secondo) o applicati allo scambio sensuale tra due donne o due uomini.

  • GANCIO. Il primo giocatore messaggi non verbali di seduzione con cui invita l’altro a giocare. Ad esempio, potrebbe fare allusioni, accarezzare una spalla, ammiccare, far scivolare il discorso su temi sessuali etc.
  • ANELLO. Se il secondo giocatore si fa agganciare prendendolo come un invito a mostrare il proprio desiderio di potenza. Si tratta del punto debole dell’altro, che sente la necessità copionale di mostrare quanto è capace o virile.
  • RISPOSTA e SCAMBIO. Una volta che c’è stato l’ingaggio, iniziano le sequenze di transazioni, cioè gli scambi di comunicazioni verbali o non verbali che costituiscono l’ossatura del gioco. Non c’è un numero predefinito di transazioni. Nel Gioco “Violenza carnale” si può andare dalle poche battute di un dopocena al corteggiamento seduttivo che va avanti per giorni o mesi. La Risposta è un atto di forza messo in atto dal secondo giocatore. 
  • INCROCIO. È il momento clou del gioco: a un certo punto, la persona che ha lanciato il Gancio smette di inviare i messaggi seduttivi fingendo di essere stata fraintesa e indignandosi per l’atto di forza mostrato dall’altro. Utilizzando la terminologia del Triangolo di Karpmann, la vittima diventa carnefice e il carnefice/salvatore diventa vittima. Entrambi i giocatori si sentono confusi da questo cambio di ruoli. Un esempio di incrocio si ha quando dopo aver mostrato atteggiamenti seduttivi per tutta la sera, la donna ferma la reazione dell’uomo dicendogli: «Ehi, io non sono il tipo di donna che credi, anche se ti ho incoraggiato! E comunque vada per me mi stai usando violenza».

Il Tornaconto del gioco “Violenza carnale”

Nella formula del Gioco (garxt) il Tornaconto è costituito dalle emozioni parassite cioè quel tipo di emozioni che sostituiscono quelle che avremmo potuto esprimere in modo autentico se, invece di giocare, ci fossimo rapportati all’altro in modo intimo, cioè da Adulto ad Adulto, a carte scoperte.

I tornaconti non necessariamente vengono goduti immediatamente, spesso vengono messi da parte come “buoni premio“, proprio come si fa quando si raccolgono i “bollini” al discount.

Nel Gioco “Violenza carnale” il compenso del primo giocatore consiste nelle emozioni parassite del disgusto e della delusione. Una donna che gioca a “Violenza carnale” può accumulare ogni volta un nuovo bollino da aggiungere alla Grande Raccolta Punti dell’album “Tutti gli uomini sono Inetti e Cattivi”. Quando completerà l’Album potrà vincere il premio, cioè vivere finalmente la vita che ha sempre desiderato sua madre (o suo padre) per lei.

Un altro Tornaconto del primo giocatore consiste nell’affermare il proprio potere sull’altro, umiliandolo e biasimandolo. Si tratta di un gioco sadico.

Per il secondo giocatore il Tornaconto consiste nell’essere respinto e umiliato. Anche nel suo caso i bollini servono per vincere la Grande Umiliazione definitiva e confermare il proprio copione perdente.

La differenza tra gioco e stupro: l’importanza del Contratto

Da quanto abbiamo detto finora è evidente che non stiamo parlando del vero e proprio stupro. Berne usò l’espressione “Violenza Carnale” per indicare una dinamica psicologica che spesso attuiamo, specialmente nelle relazioni sessuali:

«Ok, ci siamo spinti fin qui ma non andiamo oltre, dai (perché sono fidanzata/o, perché siamo colleghi, perché sono un prete, perché non mi piaci veramente…)».

Con lo stupro, invece le cose stanno diversamente. Ogni atto sessuale deve nascere da un accordo reciproco, esplicito e consapevole. Non basta un accordo presunto:

Il sesso può essere considerato corretto e sleale. La sua natura dipende dal “contratto” o dall’accordo fra le due parti. Se entrambe sono chiaramente d’accordo e si mantengono di questo avviso, il sesso è corretto. […] Questo giudizio è conforme all’idea legale di un contratto, dove il semplice consenso non basta: deve essere un consenso “maturo”.

Berne, Fare l’amore, 50

La differenza tra lo stupro e il gioco “Violenza carnale” è che nel gioco i due si dicono: «Facciamo finta che stai abusando di me (anche se non lo stai facendo davvero)» con tutti i benefici psicologici che ne derivano.
Nello stupro invece non si fa finta: l’uomo procura davvero sofferenza e lede la dignità della donna. Lo stupro non è un gioco psicologico perché per giocare bisogna essere almeno in due, mentre nello stupro non c’è alcun accorto maturo tra le parti.

In conclusione,  giocare è un’abitudine: ci alleniamo fin da piccoli con i nostri giochi psicologici preferiti, scegliamo amici e partner che ci consentono di attuare i nostri giochi (ribadisco: non i giochi divertenti ma i giochi psicologici). Eppure, se ci pensiamo un attimo, invece di giocare potremmo avere un rapporto autentico, spontaneo, schietto e goderci il corpo, il sesso e la vita in modo intenso e intimo. Vale la pena rischiare, no? Magari facendoci dare una mano a muovere i primi passi se rischiare da soli ci spaventa.


Berne E. (1987), Fare l’amore, Milano: Bompiani


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.