L’attesa di Babbo Natale è un momento magico e meraviglioso, se si è bambini. Invece gli adulti che aspettano Babbo Natale in realtà stanno aspettando la Morte (e non lo sanno).

Eric Berne, il fondatore dell’Analisi Transazionale, ha usato spesso l’espressione “waiting for Santa Claus” ad esempio in “Fare l’amore”, “Ciao e poi?” e in “A che gioco giochiamo?”. In questi libri Berne spiega che dal Polo Nord scende un uomo ilare, vestito di rosso, che porta i regali. Dal Polo opposto invece arriva un uomo tetro, vestito di nero: la Morte.

L’attesa illusoria e interminabile di qualcuno che ci tolga la responsabilità della nostra felicità.

L’Attesa di Babbo Natale è un meccanismo universale, può riguardare tutti i settori della nostra vita: aspettiamo la vincita al Superenalotto che ci cambierà la vita, aspettiamo l’avanzamento di carriera che ci farà sentire realizzati, aspettiamo la laurea, il matrimonio, l’acquisto di una casa, i figli, la donna giusta, il lavoro giusto, la compagnia giusta, il paese giusto… proprio come da bambini aspettavamo col fiato sospeso di trovare i regali che ci avrebbero reso felici.

E se quando otteniamo queste cose restiamo delusi, allora ci ostineremo ancora di più, aspettando il prossimo arrivo di Babbo Natale.

In pratica aspettiamo che venga qualcuno dall’esterno a portarci la gioia e la felicità.

Nei primi anni di vita in effetti era così: ci stendevamo sul fasciatoio e la mamma ci faceva tutto, provvedeva completamente a noi, preveniva i nostri desideri. Eravamo come Gesù Bambino nella mangiatoia, con tutto l’universo piegato su di noi. Il linguaggio, la mentalizzazione e la metacognizione si sviluppano proprio grazie a questa sintonizzazione tra adulto e bambino (vedi Lev Vygotskij, John Bowlby, Peter Fonagy).

Ma già lì, sul fasciatoio, iniziamo a renderci conto che il genitore non può provvedere a tutti i nostri bisogni, a tutti i nostri desideri, a tutte le nostre aspettative: fin dai primi mesi di vita il bambino impara che se non provvede a sé stesso nessuno lo farà. Impariamo che la nostra felicità dipende da noi e da nessun altro. In altre parole, impariamo la responsabilità.

L’Attesa di Babbo Natale ci deresponsabilizza

L’Attesa di Babbo Natale ci deresponsabilizza, perché ci priviamo del potere sulla nostra vita e lo deleghiamo ad altri (il partner, la carriera, i genitori, la fama…). L’Attesa di Babbo Natale è illusoria perché il futuro non esiste.

No, non sono impazzito: anche se usiamo queste categorie in continuazione, il passato e il futuro non esistono. Il Passato è l’insieme dei ricordi che conserviamo (e ricostruiamo) nella nostra testa. È un “presente ricordato(Edelman). Il Futuro è l’insieme degli scenari che desideriamo o temiamo o calcoliamo come probabili. Il futuro non sappiamo neppure se mai ci sarà. Nessuno di noi ha un contratto scritto con la data della propria morte. E nessuno sa se il futuro che immagina effettivamente si avvererà: le persone di L’Aquila o di Amatrice quando hanno acceso il mutuo per la propria casa non si sarebbero mai aspettati un terremoto. Il ciclista, il pilota o l’atleta olimpico che si allenavano duramente non potevano prevedere l’incidente che li avrebbe paralizzati. Eppure.

Passare la nostra vita di adulti aspettando Babbo Natale ci priva dell’unica occasione che abbiamo per essere felici: il momento presente.

Ora forse ti è più chiaro perché Berne scrive che chi aspetta Babbo Natale in realtà aspetta il Rigor mortis: «Sarò felice quando sarò maggiorenne, quando avrò la laurea, quando avrò un lavoro, quando avrò una donna, quando avrò…». Non ora, non con queste misere cose che ho adesso, ma in futuro. Attendere Babbo Natale significa rinunciare a vivere. Il paradosso è che viviamo da morti in attesa di vivere. Ma alla fine moriamo.

Babbo Natale – inteso come ciò che ci porterà gioia e felicità nonostante noi non esiste. Ma il futuro – inteso come le aspettative, i desideri e i progetti che vogliamo realizzare – sì. Il futuro è come una bussola: indica la meta ma non è la meta. Non sai se arriverai mai al Polo Nord, non sai neppure se esiste davvero il Polo Nord, ma il passo che stai facendo in questo momento è reale, il gradino che stai salendo in direzione del Polo Nord questo sì che è reale.

Passare la nostra vita di adulti aspettando Babbo Natale ci priva dell’unica occasione che abbiamo per essere felici: il momento presente.

E ci priva dell’unico potere che possiamo esercitare: la scelta di cosa fare di noi stessi e delle nostre decisioni.

I Bambini che aspettano Babbo Natale sognano di avere potere assoluto, di non avere limiti. Noi Adulti sappiamo invece che la vita è piena di limiti e di cose che non possiamo cambiare: non possiamo cambiare le regole della natura, non possiamo cambiare la società, non possiamo cambiare gli altri (anche se ci proviamo caparbiamente), non riusciamo neppure a cambiare alcune cose di noi stessi! Abbiamo però il potere di decidere cosa fare rispetto a questi limiti e di godere il momento presente con ciò che ci offre.

È questo che auguro a ciascuno di voi: imparare a godere del momento presente, assumendovi la responsabilità delle vostre vite e dandovi il permesso di essere felici.


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.