Nell’approccio della psicoterapia breve multimodale sono stati sviluppate strategie di intervento come il bridging e il tracking e strumenti diagnostici come i Profili strutturali e di modalità che facilitano e accelerano la comprensione del blocco del paziente e il processo di cambiamento.

STRUMENTI PER PSICOLOGI

In un precedente articolo ho illustrato lo strumento principale della Psicoterapia Multimodale: il BASIC ID e il suo utilizzo nella formulazione del caso e nel piano di trattamento (vedi figura). Per utilizzare il BASIC ID nella Pianificazione del Trattamento Arnold Lazarus mise a punto una serie di strumenti specifici.

I Profili di Modalità e i Profili Strutturali

I Profili di Modalità sono griglie che consentono l’individuazione della saturazione percentuale delle sette dimensioni del BASIC ID. Compilando i Profili di Modalità lo psicoterapeuta può fare una lista dei problemi del paziente seguendo il BASIC ID.

Comprendere che cosa fa, sente, pensa, immagina il paziente è importante ma non è sufficiente per individuare l’aspetto processuale. In psicoterapia non sono tanto i contenuti ad essere importanti ma le dinamiche che li governano. A questo scopo la Psicoterapia Multimodale utilizza i Profili Strutturali, uno strumento che consente di individuare gli “effetti interattivi” e le modalità dominanti nel soggetto lungo un asse temporale.

I Profili Strutturali valutano in modo quantitativo le modalità attraverso una semplice scala di valori. Si tratta, quindi, di ottenere una gerarchia delle modalità di funzionamento tipiche del paziente.

Il Questionario sul Profilo Strutturale e il Profilo Strutturale Esteso

Una volta compreso il funzionamento del BASIC ID si possono raccogliere le informazioni per compilare i Profili Strutturali in molti modi, primi fra tutti l’osservazione clinica e il colloquio. Lazarus sviluppò due questionari da compilare tramite somministrazione o autosomministrazione:

  • il Questionario sul Profilo Strutturale
  • il Profilo Strutturale Esteso.

Non si tratta di questionari validati su una popolazione con medie di riferimento ma di strumenti utili al clinico per raccogliere nel modo più completo e accurato le informazioni che gli servono per la formulazione del caso in termini multimodali.

Anche il bridging (letteralemnte “fare ponte”, collegare) e il tracking (“tallonare, inseguire”) sono due originali procedure di valutazione e intervento multimodale che non pretendono di essere tecniche ma semplici stratagemmi funzionali ad uno svolgimento più efficace del dialogo terapeutico.

Le tecniche psicodiagnostiche e psicoterapeutiche della terapia breve multimodale possano arricchire moltissimo la capacità di intervento dello psicologo

Tallonare: il Tracking

Ai fini psicodiagnostici è molto importante il tracking, che permette allo psicologo di valutare l’ordine di successione del BASIC ID tipico del cliente, sia in termini generali che di volta in volta durante la seduta quando il paziente narra episodi specifici.

Due pazienti lamentano come problema principale la fobia sociale e l’evitamento. Il primo utilizza come modalità di coping prima di tutto il pensiero (“Non ho preparato l’argomento in modo esauriente”), poi l’azione (ad esempio chiudersi in bagno o prendere un taxi per fuggire) poi la relazione (chiama il marito al telefono e chiede conforto) e poi l’emozione (“sento un forte disgusto”). Il secondo paziente  usa per prima l’Immaginazione (“mi vedo minuscolo circondato da uomini giganti che mi puntano il dito e ridono di me”), poi la Sensazione (“mi bruciano le guance e la fronte”), poi l’uso di sostanze e infine la Cognizione (“Sono proprio un inetto, aveva ragione mamma”). Stesso problema, due diversi tentativi di soluzione molto differenti.

Ho usato in questi esempi solo 4 delle 7 modalità del BASIC ID perché il tracking viene espresso graficamente con una sigla, nei due esempi abbiamo C-B-I-A (Cognition-Behavior-Interpersonal relationships-Affect) e I-S-D-C (= Imagery-Sensation-Drugs and biological function-Cognition).

Fare ponte: il bridging

La comprensione dell’ordine con cui solitamente si susseguono le modalità consente allo psicoterapeuta innanzitutto di comprendere su quale modalità-bersaglio occorre lavorare. Inoltre nello svolgersi della seduta ci consente di non non forzare il paziente a lavorare su una modalità che, in quel momento, non gli appartiene.

In modo specifico ciò avviene utilizzando il bridging, una tecnica grazie alla quale si evitano gli stalli che si creano quando si cerca di forzare il paziente a rispondere su una modalità mentre il paziente sta funzionando su un’altra modalità.

Càpita spesso infatti che la/il terapeuta si ostini in modo quasi persecutorio a voler avere dal paziente una risposta su una modalità differente da quella utilizzata dal paziente. Ad esempio: «Cosa hai pensato quando tua sorella ti ha detto così?» – «Mi sono sentita arrabbiata e delusa» – «Sì, capisco, ma tu cosa pensavi?” – “Che mi sembrava di essere una moneta gettata nello stagno». «E ti sono venuti pensieri particolari in quel momento?» … Un dialogo simile potrebbe procedere in questo modo all’infinito, come due rette parallele che non si incontrano. Con il risultato che entrambi, terapeuta e paziente, proveranno irritazione e frustrazione.

Personalmente sono convinto che le tecniche psicodiagnostiche e psicoterapeutiche della terapia breve multimodale possano arricchire moltissimo la capacità di intervento dello psicologo e nella mia esperienza vedo di continuo persone con blocchi che creano sofferenza modificare il proprio approccio alla realtà in tempi brevi e con stabilità del cambiamento.


Lazarus A (2003). Terapia breve e completa. L’approccio multimodale, Roma: LAS


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.