Se sei maschio ti piacciono le femmine, se sei femmina ti piacciono i maschi. È sempre così. Ma a volte può anche non essere così. E come sempre accade quando le cose vengono viste in modo più approfondito, il comportamento umano è più complesso di quello che appare da lontano.

Se vogliamo trovare un modo semplice per definire in cosa consiste l’orientamento sessuale e affettivo possiamo dire che è ciò che risponde alla domanda: «Da chi sono attratto sentimentalmente ed eroticamente? Chi mi fa battere il cuore e ardere di desiderio?».

Le dimensioni che abbiamo esplorato negli articoli precedenti ci hanno mostrato che non necessariamente le cose avvengono in maniera convenzionale. Avere un determinato corpo (sesso biologico) non implica che ci si senta di quel sesso (identità di genere), così come ci si può sentire maschi o femmine ma non riconoscersi negli stereotipi e nelle tradizioni legate al maschile e al femminile (ruolo di genere).

Solitamente riconoscersi in un determinato genere comporta l’attrazione fisica e affettiva per il genere opposto. In questo caso parliamo di eterosessualità. Se invece pur sentendosi maschi si è attratti da maschi e pur sentendosi femmine si è attratti da femmine, allora si parla di omosessualità. Tutto molto semplice, si direbbe. Non proprio.

Esistono diversi gradi di attrazione fisica che, come propose nel 1948 Alfred Kinsey nel celebre libro “Il comportamento sessuale dell’uomo”, possono essere descritti lungo un continuum che va dal livello 0 che indica un orientamento esclusivamente eterosessuale al livello 6 che indica orientamento esclusivamente omosessuale. Come è facilmente intuibile, al centro (livello 3) troviamo i bisessuali, cioè le persone nelle quali i due orientamenti si equivalgono. La Scala Kinsey  ha il grande merito di aver spiegato che l’identità sessuale non è come un interruttore che sta su “acceso” o “spento”: esistono almeno 7 sfumature differenti. Ma in realtà ne esistono molte di più.

L’attrazione fisica e quella affettiva non sempre coincidono

Tutti ne abbiamo fatto esperienza almeno una volta nella nostra vita: una persona ci piace fisicamente ma non sentiamo affetto per lei, oppure una persona ci scalda il cuore con l’affetto ma fisicamente non non proviamo alcuna attrazione.

Alla Scala Kinsey fisica dovremmo affiancare anche una Scala Kinsey affettiva. E anche in questo caso non è detto che i punteggi coincidano: potremmo sentirci attratti eroticamente dalle donne ma provare affetto e sintonia emotiva soprattutto con uomini. Per dirla con una frase ad effetto, potremmo avere il corpo eterosessuale e il cuore omosessuale o viceversa.
La condiziona più diffusa è quella in cui la gradazione varia non solo da persona a persona ma anche da periodo a periodo.

Se c’è una cosa che è molto chiara a noi psicologi è che la sessualità non è qualcosa di immobile e marmoreo. Ci sono sfumature, fluttuazioni e continui aggiustamenti. E l’altra cosa che noi psicologi sappiamo con assoluta certezza è che non esiste una sessualità astratta. Noi non siamo esseri sessuati “a prescindere” ma sempre in relazione: possiamo avere pulsioni affettive e fisiche di un certo tipo con una persona e altre con altre persone. Che siano maschi o femmine è un dettaglio che ha un peso relativo.


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.