Il comportamento sessuale riguarda ciò che comunemente chiamiamo “fare sesso”, cioè cosa si facome si fa e con chi si fa sesso. È l’aspetto più pratico della sessualità. Ma non lasciamoci trarre in inganno: il fatto che sia pratico non significa che sia semplice.

Le dimensioni dell’identità sessuale che abbiamo esplorato negli articoli precedenti ci hanno mostrato che non necessariamente le cose avvengono in maniera convenzionale. Una persona che ha cromosomi XY (faccio l’esempio con un maschio ma tutto il discorso vale ovviamente anche per le femmine) in alcuni casi può avere caratteristiche fisiche femminili o intersessuali (sesso biologico).

Anche se cromosomi e fenotipo coincidono, e quindi l’aspetto fisico è maschile, questa persona potrebbe sentire di appartenere non al genere maschile ma a quello femminile (identità di genere), come avviene ad esempio nei casi di transessualiità. Ancora più frequenti sono i casi in cui un uomo biologicamente maschio e che si sente maschio non si riconosce negli stereotipi e nelle aspettative culturali legale ai concetto di maschile e femminile (ruolo di genere). È il caso ad esempio delle persone queer o, come si preferisce definirle oggi, cisessuali.

Attrazione sessuale

Una ulteriore variabile riguarda l’attrazione sessuale: normalmente un maschio è attratto fisicamente e affettivamente da persone del genere opposto. Ma si tratta, appunto di una norma, cioè di un valore medio statistico (come di norma le persone non hanno lentiggini, non sono più alte di 1.90, non hanno un quoziente intellettivo superiore a 130 o inferiore a 70, non hanno occhi grigi, ad esempio). Può quindi capitare che un uomo pur essendo fisicamente maschio, sentendosi maschio e aderendo alle norme sociali legate alla mascolinità si senta attratto sessualmente ed affettivamente da persone del suo stesso sesso. In questo caso parliamo di omosessualità.

Sessuale è più di genitale

E veniamo al comportamento sessuale. Chiariamo subito che “sessuale” non è sinonimo di “genitale”. Il comportamento sessuale è anche e soprattutto gioco, comunicazione, sensazioni, scambio di piacere, intimità. Anche quando fa sesso spinto e focoso, l’essere umano non “si accoppia” come gli animali ma investe in quell’atto significati umani, cioè simbolici e intenzionali.

Nel fare sesso, nell’incontro concreto e fisico con l’altro, entrano in gioco molte dimensioni delle quali spesso non siamo consapevoli. Nell’atto sessuale noi cerchiamo:

  • Conferma dell’identità: sono abbastanza uomo? è così che si comportano i maschi?
  • Conferma del proprio valore: sarò in grado di dargli/le piacere? sono abbastanza bravo? mi giudicherà capace?
  • Conferma del diritto al piacere: ho il permesso di provare piacere? sentirò le sensazioni che desidero? è giusto che io utilizzi il corpo dell’altra/o per provare piacere? 
  • Bisogno di autenticità: posso essere me stesso? posso dire, fare, essere quello che sento di essere senza filtri né maschere? ho il permesso di giocare liberamente?
  • Bisogno di accudimento: potrò prendermi cura dell’altro/a? posso dargli/le piacere e tenerezza come desidero?

Sono solo alcune delle tante implicazioni che entrano in gioco nel “fare sesso”.

Il comportamento sessuale, abbiamo detto, riguarda il cosa si facome si fa e con chi si fa sesso. L’atto erotico in sé è la risultante di un complesso meccanismo in cui sono coinvolti il sistema nervoso centrale e periferico, i neuromodulatori, il sistema endocrino, il sistema muscoloscheletrico e gli organi genitali.

Motivi per non farlo

Ci possono essere deficit a livello fisico che portano la persona a non poter fare sesso quando, come e con chi desidera. Ad esempio, in alcuni casi le persone che hanno impotenza (disfunzione erettile) scelgono di limitare o addirittura annullare la propria attività sessuale per timore del giudizio legato alla performance.

Ci sono anche eterosessuali che pur essendo attratti da donne fanno sesso con uomini perché nel ruolo ricettivo la problematica erettile non è così centrale.

Anche fattori personali e culturali incidono in modo determinante: pensiamo ad esempio al movimento femminista che ha spinto molte donne a non fare più sesso con uomini non per una questione di identità di genere o di orientamento sessuale ma per scelta “politica”. O pensiamo al fortissimo impatto che ha avuto l’AIDS sul comportamento sessuale di moltissimi uomini e donne.

Anche le scelte religiose possono far sì che, al di là del proprio orientamento, si scelga l’astinenza totale (castità) o di fare sesso solo con persone del genere opposto nonostante il desiderio omosessuale. Un altro fattore che può determinare un comportamento sessuale differente rispetto all’orientamento affettivo ed erotico è quello dei traumi personali: una donna che ha subito violenza, ad esempio, può provare un disagio paralizzante nell’avvicinarsi ad un uomo e scegliere di fare sesso con altre donne.

Oppure un uomo che vive un legame simbiotico e morboso con la propria madre può trovare disgustoso “violare” l’ideale femminile e fare sesso con uomini nonostante non sia omosessuale.

In conclusione

Sono solo alcuni esempi, chiaramente, e per semplificare ho fatto riferimento ad una sessualità in cui esiste solo l’omosessualità e l’eterosessualità, mentre dagli articoli precedenti abbiamo imparato che le cose sono molto più complesse (ed affascinanti) di così.

Il concetto che desidero trasmettere al termine di questi articoli dedicati all’identità sessuale è che quando noi esseri umani facciamo sesso non è mai “semplicemente sesso”.


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.