Anche se non ne è consapevole, ciascuno di noi sa già come si svolgerà e finirà la propria vita. Perché ognuno di noi recita un Copione.

E non importa dove e con chi abbiamo vissuto e dove e con chi vivremo. Il Copione non cambia. Del resto, la trama di Romeo e Giulietta è la stessa sia che venga recitata da attori famosi in un teatro del XIX secolo sia che venga messa in scena in uno scantinato da una compagnia scalcagnata.

E tu? Come finirà la tua vita? Qual è il tuo Copione?

PICCOLO ESERCIZIO PRATICO
Prendi un foglio di carta e completa questa frase: Nella vita l’importante è….

Non limitarti a una sola affermazione. Pensa ai “molti sé” di cui sei composto: sei un figlio, un amico, un lavoratore, un cittadino, un amante, un genitore… Sei molte cose! Rispondi da ciascuna di queste prospettive (ad esempio: “Come moglie nella vita l’importante è…”).

Ciò che hai scritto al posto dei puntini indica il tuo Copione. Non tutto però, mi dispiace. Perché il Copione è un concetto molto complesso nel quale confluiscono le convinzioni che hai rispetto al mondo (“Eh, l’unica cosa che conta nella vita è fare soldi, sennò nessuno ti rispetta”), le convinzioni che hai su te stesso (“Gli altri sono tutti così stupidi! Non troverò mai qualcuno alla mia altezza” oppure: “Non sono capace a vivere da solo”)il modo in cui desideri che la tua storia andasse a finire (“Come madre, vorrei che i miei figli mi considerino sempre un punto di riferimento”).

Se siete appassionati di psicologia, potete accostare il costrutto di Copione con quello di Senso nella Logoterapia (Viktor Frankl) e con quello di Valori nella Acceptance and Commitment Therapy di cui abbiamo parlato recentemente e ai costrutti di Irrational Beliefs  e di Core Beliefs della Terapia Cognitivo Comportamentale (Albert Ellis, Aaron Beck).

Non conosci il concetto di Copione? Breve ripasso

La definizione classica di Copione data da Berne e Steiner è: «Un piano di vita inconsapevole» (Berne 1976) «basato su una decisione presa durante l’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli avvenimenti successivi, e che culmina in una scelta decisiva» (Berne 1972).

I mezzi con i quali introiettiamo il Copione sono le Ingiunzioni e le Controingiuzioni. Per Berne il Copione non è immutabile. Solo che è difficilissimo cambiarlo. Usando la metafora dei Principi e dei Rospi, il rospo può tornare ad essere un Principe, ma ottenere il bacio della principessa non è per niente facile. Da questo punto di vista devo ammettere che Berne era piuttosto pessimista (si veda ad esempio la metafora del musicista che finge di suonare il “pianoforte a nastro” o quella del “ventriloquo e del burattino”).

Proprio perché lo ritenevano troppo intriso di pessimismo, fatalismo e determinismo, le generazioni successive di Analisti Transazionali hanno modificato il concetto di Copione includendo sia gli aspetti che «inibiscono la spontaneità e limitano la flessibilità nella soluzione di problemi e nel relazionarsi con gli altri» (Erskine 1988) che gli aspetti evolutivi, volitivi, narrativi e adattivi. In altre parole: ciò che oggi inconsciamente sono convinto che sarà la mia vita (Copione-) e ciò che coscientemente desidero che diventi (Copione+).

Cambiare il Copione

Sostituire il Copione- con un Copione flessibile e adattivo è possibile perché «l’apparato di copione è molto più elastico dell’apparato genetico, e viene continuamente modificato dalle influenze esterne, come l’esperienza e le ingiunzioni introdotte da altre persone» (Berne 1972).

Dal punto di vista neurobiologico sappiamo che le memorie che compongono il copione sono reti di neuroni che si eccitano contemporaneamente in base ai pesi della loro attivazione (Rumelhart et al., 1986). Ma in che modo cambiare i nostri schemi neurali? COme possiamo modificare le convinzioni che abbiamo rispetto alla vita?

Il primo passo è identificare gli aspetti salienti è il proprio Copione+. Qual è il tipo di vita che desidero vivere? Come vorrei che fosse la vita per poter dire a me stesso, un giorno, di averla vissuta con pienezza? Nel percorso di psicoterapia questa fase ha molti aspetti in comune con la definizione del Contratto ma la trascende, perché non si tratta di decidere degli obiettivi (cioè “desideri che hanno una data” per dirla con Disney) ma la cornice di senso entro la quale gli obiettivi si collocano.

Il secondo passo è individuare il tornaconto del Copione+, cioè i motivi per cui manteniamo in vita il Copione-. Se ogni volta, anche di fronte alle evidenze della vita, continuiamo a ripeterci le solite frasi del Copione- i motivi, secondo me, sono sostanzialmente due (ma poi ciascuno ha sotto-tornaconti personali legati alla propria storia personale):

  1. con il copione manteniamo viva la speranza di riparazione delle relazioni infantili. È quello che la Benjamin (2004) chiama il “dono d’amore” alla Family in the head, cioè le «voci parentali che ci portiamo dentro la testa» (Berne, 1972);
  2. noi esseri umani siamo esseri pigri, come ci ha dimostrato il padre della Spinta Gentile. Per cui facciamo resistenza alla dispersione di energie necessarie a cambiare le modalità con cui abbiamo appreso a ricevere carezze.

Per dirla in modo sintetico:

Il copione significa semplicemente che qualcuno molto tempo addietro ha detto a un individuo cosa doveva fare, e che l’individuo ha deciso di farlo» (Berne, 1972).

Quel “qualcuno” sono stati i genitori, la TV, i parenti, i libri, gli altri adulti significativi, gli amici, la cultura. La decisione di obbedire è nostra. E può essere nostra anche la decisione di cambiare decisione.

PS. Desideri condividere con me quello che hai scritto nell’esercizio all’inizio dell’articolo per capire meglio il tuo Copione? Clicca qui e scrivimi.


Berne E (1964). Games People Play [trad.it. A che gioco giochiamo, Milano: Mondadori, 2009]

Berne E (1966). Principles of Group Treatment [trad.it. Principi di terapia di gruppo, Roma: Astrolabio Ubaldini, 1986]

Berne E (1972). What do you say after you say hello? [trad.it. Ciao! …e poi?, Milano: Mondadori, 2010]

Benjamin LS (2004). Terapia ricostruttiva interpersonale. Promuovere il cambiamento in coloro che non reagiscono, Roma: LAS

Erskine RG (1988). Script Cure: Behavioral, Intrapsychic, and Physiological, Transactional Analysis Journal, 10(2): 102-106

Rumelhart DE, McClelland JL & the PDP research group (1986). Parallel distributed processing: Explorations in the microstructure of cognition. Volume I, Cambridge, MA: MIT Press


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.