Noi esseri umani siamo disposti a fare qualsiasi cosa pur di essere visti e di sentirci amati. Il bisogno di contatto ci è così necessario che se non riusciamo ad ottenere riconoscimenti positivi accettiamo una vita di stroke negative, perché «qualsiasi stroke è meglio di nessuna stroke».
(Se non ricordi cos’è una stroke dai un’occhiata all’articolo “Stroke: la fame di contatto e di riconoscimento“).

A questo punto potreste chiedermi: «Ma se ricevere e dare riconoscimenti è così vitale, perché non ce le scambiamo e basta?».

La risposta è molto semplice: abbiamo paura. E il guaio è che non abbiamo solo la nostra paura. Ci portiamo dentro i fantasmi del nostro clan, della nostra cultura e delle nostre famiglie, di generazione in generazione. Se ho voglia di darti una stroke e tu la rifiuti che succede? E se te la chiedo e tu mi deridi? E se me la neghi? E se le tue stroke sono artificiali e insincere? E se la mia riserva di stroke si esaurisce?

Claude Steiner, uno dei pionieri dell’Analisi Transazionale, inventò la Favola dei Morbidosi Caldi (la puoi leggere cliccando qui) per spiegare da dove nascono queste paure. In termini più accademici sviluppò lo stesso concetto nella teoria della “Stroke economy“, cioè le regole che ci impediscono di scambiare liberamente riconoscimenti e di soddisfare il nostro bisogno di contatto.

Le 5 regole della stroke economy sono:

  1. Se desideri dare una stroke positiva, non darla
  2. Se c’è una stroke che desideri ricevere, non chiederla
  3. Se ti viene offerta una stroke che vorresti, non accettarla
  4. Se ti viene data una stroke che preferiresti non accettare, non rifiutarla
  5. Non dare stroke positive a te stesso

Tutti noi applichiamo la stroke economy, ma non tutti allo stesso modo. In questo articolo vi propongo uno strumento che vi permette di valutare in che misura avete interiorizzato ciascuna delle 5 regole.

Come usare lo Stroking Profile

Compilare lo stroking profile è molto semplice: leggi le domande in alto e valuta su quante volte negli ultimi mesi hai messo in pratica quei comportamenti.
Annerisci da 1 a 6 caselle, in base alla frequenza con cui hai dato, chiesto, accettato o rifiutato le stroke positive.
Poi leggi le domande in basso e fai la stessa cosa con le stroke negative.

(Se non ricordi la distinzione tra stroke positive e negative dai un’occhiata all’articolo “C’è contatto e contatto. Stroke positive, negative, condizionate e incondizionate“).

Il diagramma finale è la fotografia del tuo modo di gestire il bisogno di contatto e il riconoscimento. Se ci sono colonne molto basse o molto alte può darsi che tu non desideri che nella tua vita le cose rimangano così. Potrebbe risultare, ad esempio, che raramente riesci a rifiutare le stroke negative da parte di colleghi, parenti e amici. Oppure che ogni volta che qualcuno ti fa un complimento non riesci proprio a dire semplicemente “grazie” ma tendi ad annullarlo in qualche modo, negandoti così l’occasione di nutrirti delle relazioni.

Nei prossimi articoli vedremo in modo più approfondito come lavorare concretamente su ciascuna delle 5 regole della Stroke economy. Intanto, sulla base del diagramma che hai ottenuto, perché non inizi a pensare a un modo per raggiungere un livello di benessere relazionale più elevato e soddisfacente?

NOTA. Nello “stroking profile” originale ideato da Jim McKenna nel 1974 alcune domande sono un po’ differenti e non viene misurata la quinta regola della stroke economy.


McKenna, J. (1974). Stroking Profile: Application to Script Analysis. Transactional Analysis Bulletin, 4(4), 20–24.

Steiner C. M. (1977), The Original Warm Fuzzy Tale: A Fairytale. Sacramento: Jalmar Press

Steiner, C. M. (1971). The Stroke Economy. Transactional Analysis Bulletin, 1(3), 9–15.


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.