L’Esibizionista è una persona che si eccita sessualmente al pensiero di mostrare i propri genitali ad uno sconosciuto non consenziente o all’idea di essere osservato da estranei mentre fa sesso.

Nell’immaginario comune l’esibizionista è un cinquantenne stempiato e un po’ sudaticcio che salta fuori da un cespuglio e apre l’impermeabile davanti a una coppietta.

In realtà esistono moltissimi comportamenti che possono essere definiti “esibizionistici”, dal mostrare la propria vita fin nei più piccoli ed intimi dettagli sui social alle molestie in spiaggia, dal postare selfie ammiccanti all’inviare foto scabrose tramite smartphone. Ciò che accomuna tutti questi comportamenti, come vedremo, è il desiderio irrefrenabile di essere visti e di sorprendere.

Differenza tra Esibizionismo e Disturbo esibizionistico

Siamo tutti un po’ esibizionisti. Grazie soprattutto ad internet e alla diffusione capillare degli smartphone, tutti cerchiamo di farci vedere, di «mettere in mostra le nostre doti, le nostre capacità, il nostro aspetto, o qualsiasi altro elemento possa risultare utile allo scopo di essere stimati o di raggiungere la notorietà».

Il corpo e il sesso sono uno dei mezzi più utilizzati e più potenti.

L’esibizionismo online fatto di chat erotiche, live cam, sexting, condivisioni di video espliciti e selfie di nudo sui social sono una manifestazione di parafilia, cioè una preferenza sessuale non convenzionale. Possiamo inquadrarli come un modo di esprimere il desiderio di condivisione, la spinta narcisistica a mostrarsi e il bisogno di sentirsi apprezzati e ricevere stroke positive.

Si può parlare di Disturbo parafilico da Esibizionismo quando il soddisfacimento dell’impulso di mostrare i propri genitali (seno, vagina, pene o glutei) provoca una profonda angoscia personale e/o si attua questo comportamento a danno di persone ignare e che non possono porre libero consenso (per approfondire vedi il mio articolo: “Parafilie e perversioni sessuali: una introduzione“).

Quasi mai la persona con Disturbo esibizionistico cerca ulteriori contatti sessuali, i casi di stupro collegati all’esibizionismo sono piuttosto rari (per l’Italia vedi statistiche Istat). Oltre ad essere un disturbo psicologico, va ricordato comunque che l’esibizionismo è un reato (fonte).

La diagnosi di Disturbo esibizionistico

Per porre la diagnosi clinica di Disturbo esibizionistico è necessario che la persona soddisfi i seguenti criteri:

  1. persistenti pensieri, fantasie e impulsi sessuali che vertono sull’esporre i propri genitali a un individuo ignaro, di solito senza cercare intenzionalmente un contatto più stretto;
  2. questi desideri e fantasie sessuali vengono attuati a discapito di persone non consenzienti oppure causano disagio clinicamente significativo alla persona.

Per diagnosticare il Disturbo esibizionistico occorre escludere specificamente quei comportamenti esibizionistici che si verificano in modo consensuale (ICD 11). Il problema deve durare per un periodo di almeno 6 mesi e può implicare compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti della vita (DSM 5).

In ogni caso, per una diagnosi clinica è più opportuno rivolgersi ad un professionista esperto in psicologia del comportamento sessuale.

Anche le donne sono esibizioniste?

L’esibizionismo (come tutte le parafilie) è considerato un disturbo psicologico maschile. Ciò dipende dal fatto che la sessualità femminile fino ad oggi è stata quasi del tutto ignorata.

Una ricerca canadese (Joyal & Carpentier 2016) ci dice che l’immaginario sessuale femminile e quello maschile sono molto simili riguardo alle fantasie esibizionistiche: donne 26,9% – uomini 35%. Almeno una volta nella vita il 29,4% delle donne ha messo in atto comportamenti esibizionistici (vs il 32,6% degli uomini).

Spiegazione psicologica del disturbo esibizionistico

Alla base dell’Esibizionismo c’è il bisogno fondamentale di essere visti. Noi esseri umani abbiamo un bisogno incoercibile di stima e di riconoscimento (vai all’articolo sul bisogno di stroke).

Una delle richieste più insistenti dei bambini è: «Guardami, mamma! Guarda papà! Guardate cosa ho disegnato. Guarda quanto sono cresciuto. Guarda come sono bravo a…». Nella mia esperienza clinica con le coppie, le crisi si manifestano principalmente perché non ci si sente più visti dal partner o dalla partner. Del resto, il motivo per cui scegliamo di vivere in coppia è proprio per il bisogno di qualcuno che ci veda così come siamo e ami ciò che vede.

La dinamica psicologica che caratterizza il Disturbo esibizionistico è, come in altre parafilie, lo sbilanciamento del potere accompagnato da una forma di ritualità (Simonelli 2014). Nell’esibizionismo in particolare l’emozione target è lo stupore, l’emozione latente è la paura.

SONO OK PER TE? Non solo desideriamo essere visti ma desideriamo che l’altro ci consideri ok. Pensiamo all’inizio della Bibbia: Dio vede l’uomo e la donna, nudi, e «vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona».

L’esibizionista ha bisogno di tranquillizzarsi sul fatto che il suo pene, la sua vagina, i suoi seni, il suo fisico – e per estensione il suo essere maschio o femmina – sono “cose molto buone”.

Il comportamento esibizionistico è un tentativo di abbassare i livelli di angoscia legati al sentirsi disprezzabile e non ok. Per questo attua un comportamento di racket, in cui la finalità consapevole è di sconcertare, sconvolgere o impressionare la propria vittima, ma il bisogno sottostante è la speranza inconscia di essere apprezzato e ritenuto degno di amore.

Esibizionismo sano

Niente allarmismi: se trovate eccitante l’idea di mostrarvi nudi al partner o di essere guardati da altri mentre fate sesso non c’è niente che non va in voi. Non c’è niente di male nel desiderare di essere visti, ammirati e considerati sessualmente eccitanti.

A volte, anzi, trasformare le fantasie esibizionistiche in un gioco con il proprio partner (uno spogliarello, un video hot etc.) può essere uno stratagemma per ridare brio al rapporto. Non dimentichiamo che il sesso è principalmente gioco e creatività.

Se invece sentiamo il bisogno irrefrenabile di costringere gli altri a vedere i nostri genitali o viviamo con angoscia queste fantasie, può essere utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta esperto in sessuologia.


Simonelli C., Petruccelli F & Vizzari V. (2014). Le perversioni sessuali. Aspetti clinici e giuridici del comportamento sessuale deviante. Milano: Franco Angeli

Joyal C.C. & Carpentier J. (2016). The Prevalence of Paraphilic Interests and Behaviors in the General Population: A Provincial Survey, Journal of sex research, 00(00): 1–11

Cipolla C. & Canestrini E. (ed) (2018), La dissoluzione della sessualità umana nell’era digitale. Milano: Franco Angeli

American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders DSM-5. Washington DC: APA.

World Health Organization. (2018). International classification of diseases for mortality and morbidity statistics (11th Revision). Retrieved from https://icd.who.int/browse11/l-m/en


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.