Quanto siamo consapevoli che i nostri comportamenti energivori sono in realtà comportamenti autolesionistici

A parte Trump, la Cina e pochi altri, noi esseri umani siamo arrivati alla consapevolezza che il nostro stile di vita impatta sull’ambiente.
Gran parte delle riflessioni sul “pensare verde” vengono fatti con un taglio etico, altruistico, che fa leva sui buoni sentimenti e sugli istinti migliori.

La Madre Terra

Già, la Madre: è inevitabile che si inneschino meccanismi archetipici relativi alla madre con le fantasie di nutrizione e distruzione. Sándor Ferenczi, Melanie Klein e tutta la psicoanalisi ci hanno fatto una fortuna su questo binomio.

Salvaguardare l’ambiente è in realtà un atto egoistico: l’ambiente è ciò di cui e in cui viviamo. Non inquinare il bicchiere da cui stai per bere, non avvelenare gli spaghetti che stai per mangiare, non azzoppare il cavallo sul quale stai correndo non sono atti “etici”: è sopravvivenza.

(Lo ammetto, sto un po’ barando, sono atti etici. Perché l’etica si occupa dei valori relativi alla sopravvivenza, ma sarebbe un discorso troppo complesso)

Condivido con voi alcuni brevi spunti di riflessione rimandando ad alcuni approfondimenti. Senza facili ricette o ragionamenti predigeriti.

Sovrappopolazione

La popolazione umana nell’anno 1000 era di 250 milioni. Oggi siamo 7 miliardi (m-i-l-i-a-r-d-i). Grazie ai vaccini, agli antibiotici, alla medicina, alla psicologia e alla sperimentazione e ricerca scientifica.

Se nei prossimi anni pratiche irrazionali come l’antivaccinismo o l’omeopatia non si diffondono decimando la nostra razza, a breve arriveremo a 11 miliardi.

Usare lampadine led, auto elettriche, sprecare meno acqua, usare fonti alternative e fonti di energia capillari, riciclare, ridurre gli imballaggi, fare filiera corta etc. sono pratiche ottime.

Fare meno figli moltiplica questo comportamento. Perché meno esseri umani ci sono sul pianeta, meno persone useranno acqua, lampadine led, energia solare etc.

Meno cani e gatti (non solo mucche)

Passiamo agli animali: il consumo di carne è eccessivo, lo sappiamo tutti. Siamo abituato a sentircelo dire. Oggi abbiamo le tecnologie per avere i macronutrienti (proteine, glucidi e lipidi) riducendo al minimo lo sfruttamento animale e del terreno. Abbiamo iniziato a produrre carne coltivando le cellule, abbiamo immesso nel mercato prodotti derivati da insetti e creato alimenti alternativi alla carne.

Ciò che non vorrete sentirvi dire è che cani e gatti si sono moltiplicati anche loro a livello esponenziale e sono presenti in tutte le case, uno o più esemplari. Ora moltiplicate per 7 miliardi.

Cani e gatti consumano come un’automobile. Quindi sostituire i figli con gli animali da compagnia non è una buona idea (oltre a essere talvolta segno di un vuoto relazionale).

L’industria dei mangimi

Nutrire cani e gatti ha un impatto sull’ambiente, certo, ma è il modo in cui li nutriamo che incide di più: l’industria dei mangimi e del cibo per animali non è quasi mai ecologica.

In pochissimi prepariamo cibo fresco ai nostri animali. Sono gli stessi veterinari e animalisti a sconsigliarlo. Del resto, in un regime artificiale e coatto come quello delle passeggiate al centro commerciale e dei cappottini una nutrizione naturale sarebbe una nota stonata. Per cui gli diamo scatolette, croccantini, mousse, usiamo sabbietta per i loro bisogni, ossa di gomma, topolini di etc.

Tutto ciò ha un costo. Non solo sulle tasche ma sull’ambiente.
Tanto più che poi i nostri animali soffrono di obesità e di malattie che in condizioni di libertà non avrebbero.


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.