In questo articolo vi illustrerò in modo sintetico ma dettagliato il modello dell’Analisi Transazionale applicato alla psicoterapia.

I presupposti teorici su cui si basa la terapia AT 

ASSUNTI ANTROPOLOGICI

L’intervento psicoterapeutico dell’Analisi Transazionale si basa su tre assunti filosofici:

  1. Ogni individuo è OK.
  2. Ogni individuo ha la capacità di pensare e di autodeterminarsi.
  3. Le decisioni possono essere modificate. 

Questi assunti pongono l’Analisi Transazionale nell’ambito delle psicoterapie umanistiche, nonostante Eric Berne, il fondatore dell’Analisi Transazionale, abbia iniziato nell’ambito della psicoanalisi e sia stato precursore di numerosi aspetti della terapia cognitivo-comportamentale.

Il primo assunto filosofico riguarda l’okness ed è alla base della visione antropologica AT. Berne la spiegava con la favola del Principe Ranocchio: tutti gli uomini nascono prinicipi; l’ambiente familiare e sociale può convincerci che siamo rospi, ma fondamentalmente noi siamo ok. Essere ok non significa che siamo perfetti ma che la base di ogni cambiamento è l’accettazione profonda di sé stessi.

«È nel momento in cui mi accetto così come sono che io divento capace di cambiare».

Carl Rogers

Il fatto che ciascuno di noi è in grado di pensare e di autodeterminarsi (secondo assunto filosofico) sembra scontato. Ma pensate la stessa cosa anche delle persone con gravi patologie mentali? Eric Berne ha lavorato in strutture psichiatriche ed è anche a loro che pensava affermando che, per quanto ridotta e contaminata, anche chi ha disturbi psicologici è capace di capire e scegliere cosa vuole per sé. Questo assunto implica una posizione paritaria tra lo psicoterapeuta e il paziente. Paziente e terapeuta hanno due ruoli differenti, hanno conoscenze diverse del funzionamento della psiche, è chiaro, ma in Analisi Transazionale il terapeuta gioca a carte scoperte. Non si ritiene il detentore della verità e della retta via ma rispetta l’autodeterminazione del paziente.

L’ultimo assunto fa diretto riferimento al concetto di Copione di vita: secondo l’AT quando noi nasciamo ci sono da una parte l’ambiente circostante (genitori, persone significative, società) che dice al bambino cosa deve fare e cosa deve desiderare. E dall’altra c’è il bambino che desidera ardentemente che gli venga data una direzione e un modello. È in questo modo che il bambino decide il Copione da recitare nella propria vita. Questa decisione, anche se non è consapevole, influenzerà tutta la vita dell’individuo. Ma può essere cambiata.

TEORIA MOTIVAZIONALE

La motivazione in Analisi Transazionale viene espressa con il termine “fame”.

  1. Fame di stimolo
  2. Fame di riconoscimento
  3. Fame di struttura

Ogni essere umano organizza la propria esistenza per soddisfare il bisogno di contatto, che in termini evolutivi inizia con la “fame di stimolo” (bisogno di avere stimoli e sensazioni corporee, assolto in origine dal contatto fisico con le figure accudenti), si evolve in “fame di riconoscimento” o stroke (bisogno di sentire che esiste per l’altro) e si struttura in “fame di struttura” (bisogno di dare un senso alla propria vita e di strutturare il tempo per soddisfare le fami di stimolo e riconoscimento).

Sono queste tre fami che ci portano a fare quello che facciamo e a scegliere quello che scegliamo.

Teoria della comunicazione

Gli scambi interpersonali vengono definiti Transazioni perché si riconosce la natura intenzionale di ogni atto relazionale. Intenzionale non significa necessariamente cosciente, ma che implica che entrambi si aspettano un certo quantitativo di stroke [per approfondire leggi gli articoli sul significato e la tipologia delle stroke]. Per questo Berne preferiva il termine transazione a quello più generico di “relazione”. La transazione indica che sta avvenendo uno scambio. Implica un’aspettativa (tu darai qualcosa a me).

Transazioni AT
La teoria della comunicazione di Berne si ispira alla teoria matematica dei giochi. L’analisi delle Transazioni viene solitamente rappresentata tramite grafici (Parent, Adult e Child – Genitore Adulto e Bambino) e rappresenta un modo molto efficace per comprendere la comunicazione verbale e non verbale.

Le transazioni possono contenere un messaggio sociale e un messaggio psicologico. e vengono distinte in base allo Stato dell’Io da cui partono.

SVILUPPO PSICOLOGICO

L’insieme di emozioni, pensieri e comportamenti che sperimentiamo di volta in volta durante le transazioni viene chiamato in linguaggio AT “Stato dell’Io”. Se ne possono distinguere tre tipologie: 

  • stato dell’Io Genitore (G) – indica pensieri, emozioni e comportamenti mutuati nell’infanzia dai genitori o da altre figure importanti. Il processo a cui fa riferimento lo Stato dell’Io G è la definizione di sé, cioè l’orientarsi ai propri valori, darsi norme etiche, tracciare confini sani e un’identità definita (G affettivo) o al contrario obbedire a norme esterne con confini e senso di sé confusi (G normativo). 
  • Stato dell’Io Adulto  (A) – indica pensieri, emozioni e comportamenti relativi agli stimoli presenti nel “qui-e-ora”. Il processo è quello dell’adattamento, cioè riconoscere sé e l’ambiente per ciò che effettivamente sono, accettandolo e cercando una risposta adeguata (auto-direzionalità, autoregolazione emotiva e capacità metacognitiva) o distorcendo la percezione della realtà in base alle spinte degli Stati dell’Io G e B (Adulto contaminato).
  • lo Stato dell’Io Bambino (B) – indica gli schemi emotivi, comportamentali e cognitivi che abbiamo appreso nell’infanzia. Il processo dello Stato dell’Io B è la ricerca di connessione, che può avvenire riproducendo schemi di dipendenza (B adattato o ribelle) o di schemi di intimità ed empatia (B libero).

Nessuno è un Bambino, un Adulto o un Genitore.

Non si tratta di un ruolo. Durante la giornata gli Stati dell’Io si alternano di continuo in base agli stimoli che li elicitano.

comportamenti tipici stati dell'io
Nella tabella seguente sono riassunti alcuni esempi che descrivono i diversi comportamenti a partire da ciascuno degli stati dell’Io fonte: http://www.pietroielpo.com/stati-dell-io/

L’ATSC (Analisi Transazionale Socio-cognitiva) aggiunge alla teoria classica dell’AT la terminologia e i costrutti sviluppati da Lorna S. Benjamin che spiegano in modo più preciso in che modo si formano questi Stati dell’Io (copy process – identificazione, ricapitolazione e introiezione, per simmetria, opposizione o antitesi) e consentono di leggere in modo più ricco ed efficace la molteplicità degli Stati dell’Io che emergono nelle transazioni (vedi la spiegazione della Structural Analysis of Social Behavior).

PSICOPATOLOGIA

Eric Berne non ha mai sviluppato un vero e proprio modello psicopatologico. L’AT non spiega in modo dettagliato l’eziologia delle diverse forme della schizofrenia, della depressione, dei disturbi sessuali, del disturbo post-traumatico, del disturbo di Tourette o dello Spettro Autistico. Indica alcune dinamiche psicologiche generali, soprattutto di tipo interpersonale, che possono portare a sperimentare sofferenza psicologica.

In base alle caratteristiche genetiche e alle transazioni con l’ambiente (epigenetica) il bambino inizia a costruire il Copione di vita, una mappa del mondo con la quale cerca di soddisfare le tre fami, oggi diremmo in termini bowlbyani che impara i modi più efficaci assicurarsi la prossimità delle figure di attaccamento. Il Copione di vita è una decisione personale presa nell’infanzia e rafforzata dai messaggi con cui i genitori favoriscono o scoraggiano determinati comportamenti (detti controingiunzioni e ingiunzioni) ad esempio: “Non essere intimo”, “Non avere successo” “Non sentire” oppure: “Impegnati!”, “Sii perfetto!”. 

È in questa fase che si strutturano i disturbi psicologici. Per spiegare l’origine dei disturbi psicologici Eric Berne utilizza la favola del Principe Ranocchio: tutti nasciamo Principi o Principesse, ma se da bambini veniamo convinti di essere Ranocchi ci comporteranno come tali.

La psicopatologia consiste nell’interiorizzazione di strategie di coping che all’origine avevano carattere adattivo (erano la migliore soluzione per soddisfare le tre fami in un ambiente disfunzionale). Queste risposte diventano vere e proprie posizioni di vita, cioè il percepire sé e gli altri come OK o come NON OK. L’unica posizione salutare è “io sono OK – tu sei OK”.  Le patologie nascono tutte da combinazioni di posizioni non ok e si manifestano attraverso i Giochi psicologici e Sistema Ricatto (sequenze di transazioni prevedibili e ripetitive che portano a sperimentare emozioni spiacevoli).

A livello grafico, l’Analisi Transazionale spiega la psicopatologia come contaminazione: i processi del Genitore (Parent) o del Bambino (Child) interferiscono con l’analisi del qui-e-ora, per cui invece di reagire agli stimoli che ho davanti, ad esempio il capo che mi sta dando indicazioni o mia moglie che mi sta facendo una richiesta, rispondo come se davanti a me avessi mio padre o mia madre e reagissi come se io avessi ancora 5 anni. Quello stimolo in AT può anche essere definito “elastico“.

In che modo si svolge la terapia AT?

IL SETTING

La terapia analitico-transazionale si può svolgere in gruppo, in coppia e individualmente.

La terapia di gruppo è storicamente quella elettiva perché consente di analizzare in vivo i processi relazionali, cioè lo scambio di transazioni sane (Analisi transazionale propriamente detta) e patologiche (Analisi dei giochi). Il lavoro sui  processi motivazionali e intrapsichici viene effettuata tramite l’Analisi strutturale e l’Analisi del Copione. Il setting gruppale può essere organizzato in due modi: quello in cui si fa terapia di gruppo e quello, oggi più utilizzato, della terapia in gruppo

Nel setting individuale questi stessi livelli vengono analizzati nello scambio in vivo – cioè i cicli relazionali che avvengono tra il paziente e il terapeuta – e nel contenuto relazionale che il paziente riferisce in seduta.

Tra gli strumenti principali della psicoterapia AT c’è il Contratto: terapeuta e paziente definiscono in modo chiaro e concreto gli obiettivi del percorso terapeutico e se ne assumono congiuntamente la responsabilità. I contratti possono essere di due tipi: contratti di controllo sociale (solitamente psicoterapia breve, tesi ad ottenere un cambiamento comportamentale) e contratti di autonomia (più lunghi, hanno come obiettivo il cambiamento del Copione).

LE FASI DELLA PSICOTERAPIA INDIVIDUALE

Non esiste un vero e proprio algoritmo ufficiale dello svolgimento della psicoterapia AT. In linea di massima io schematizzo le fasi del processo psicoterapeutico in questo modo:

  1. Contratto. Il paziente viene accolto in modo caloroso e non giudicante (“ogni individuo è ok”). Vengono approfondite le  origini e i fattori di mantenimento del problema e quali vantaggi abbia nel presente il comportamento disfunzionale.  
    1. Creazione dell’alleanza
    2. Formulazione del caso (diagnosi)
    3. Formulazione del contratto
  2. Decontaminazione. L’obiettivo è quello di realizzare il contratto di controllo sociale portando l’individuo ad accettare e gestire i propri pensieri, emozioni e comportamenti problematici. Si lavora in modo particolare sull’autonomia:
    1. Consapevolezza – capacità di utilizzare le competenze metacognitive liberando lo Stato dell’Io A dalle rappresentazioni “contaminate” dal B e dal G. 
    2. Spontaneità – capacità di relazionarsi in modo assertivo e di darsi permessi. 
    3. Intimità – capacità di creare e mantenere relazioni interpersonali nutrienti.
  3. Deconfusione. L’obiettivo è ricostruire le memorie disfunzionali e sostituire gli schemi maladattivi con schemi più funzionali.

La distinzione tra decontaminazione e deconfusione, ovviamente, è più teorica che reale perché non è possibile separare con il bisturi i processi psichici e un lavoro “superficiale” come scegliere di smettere di fumare può in realtà implicare cambiamenti di processi “profondi”.

LE TECNICHE DELLA PSICOTERAPIA AT

Il Contratto e la Terapia di gruppo sono stati tra le principali novità introdotte da Berne nel panorama psicoterapeutico. Oltre a questi, l’Analisi Transazionale utilizza alcuni interventi peculiari tradizionalmente indicate come “operazioni berniane”. Un primo gruppo (interrogazione, specificazione, confrontazione, spiegazione) viene usato soprattutto nella fase della decontaminazione. Le altre (illustrazione, conferma, interpretazione, cristallizzazione) vengono utilizzate nella fase della deconfusione.

Un’altra tecnica molto diffusa è l’utilizzo della lavagna per illustrare graficamente i processi transazionali e la scelta di un linguaggio semplice e figurato. Quando nacque l’At l’approccio più diffuso era la psicoanalisi, che utilizzava un linguaggio oscuro, fatto di grecismi e neologismi complessi e altisonanti. Berne e i suoi collaborati invece scelsero di utilizzare parole comuni, popolari, come ad esempio “T-shirt”, “Copione”, “Patata bollente”, “Giochi”.

Personalmente non credo abbia senso utilizzare solo tecniche che abbiano il pedigree del proprio approccio di appartenenza. La pensavano così anche Berne e i primi analisti transazionali che fin dalle origini hanno mutuato tecniche verbali e non verbali dalla terapia della Gestalt, della psicoanalisi e di molti altri approcci. 

DURATA DELLE SEDUTE

Le sedute di terapia individuale durano solitamente 50 minuti e hanno una frequenza settimanale. Le sedute di terapia in gruppo possono essere settimanali o quindicinali. Non c’è una regola fissa: durata e frequenza vengono stabilite di volta in volta durante la costruzione del contratto. 

A chi si rivolge la psicoterapia AT? Per quali quadri clinici è particolarmente indicata? 

Inizialmente l’AT fu sviluppata in ambito psichiatrico. Grazie alla focalizzazione sui processi interpersonali e al setting gruppale, l’AT è indicata in modo particolare per tutti i quadri clinici in cui c’è una forte compromissione del comportamento sociale e relazionale. In generale quindi per tutti i disturbi di personalità.

Non esistono ad oggi pubblicazioni su riviste peer review o indicazioni evidence based che collochino l’AT come terapia elettiva per specifici quadri psicopatologici. Negli ultimi anni tuttavia si è iniziato a manualizzare il trattamento analitico-transazionale della Depressione e quello dell’Ansia.


Dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.