farmacodipendenza

Negli ultimi anni abbiamo imparato che si può essere dipendenti non solo dall’alcool e dall’eroina, ma anche dal sesso, da internet, dal gioco d’azzardo, dagli steroidi anabolizzanti, dal cellulare etc.

Il farmacodipendente, invece, non ha creato uno stereotipo sociale (come, ad esempio, l’eroinomane, il cocainomane, l’alcoolista etc.). La percezione individuale e sociale del farmacodipendente non è quella di un “drogato”, per cui si hanno meno ammortizzatori culturali e sociali.

Eppure, anche se i media non ne parlano mai, la farmacodipendenza interessa di anno in anno una porzione sempre più rilevante della popolazione mondiale, con gravi ricadute sulla salute individuale e sulla spesa pubblica.

La farmacodipendenza è un comportamento caratterizzato dalla compulsione nell’assunzione del farmaco che, nel caso venga contrastata o procrastinata, provoca il fenomeno dell’astinenza.

La cultura contemporanea non solo non offre elementi protettivi e contenitivi del fenomeno, ma anzi è permeata da quella che ho definito “la cultura della pillola magica”, cioè il ricorso al rimedio più veloce e meno faticoso senza tener conto delle conseguenze a medio/lungo termine.

Cosa distingue un farmaco da una droga?

I farmaci, a differenza degli stupefacenti, hanno un utilizzo legale, per cui l’individuazione del farmacodipendente avviene solo nelle intossicazioni acute e quando il comportamento si protrae da lungo tempo. Nel singolo soggetto spesso è difficile tracciare il limite tra utilizzo terapeutico ed abuso.

Farmaci e droghe sintetiche condividono lo stesso processo di sintesi e la stessa composizione chimica (ciò non stupisce, se consideriamo che le droghe sintetiche sono nate quasi tutte con scopi terapeutici). Cosa distingue, dunque, un farmaco da una droga? Le differenze nel dosaggio, nella somministrazione e nei tempi e modi di assunzione sono certamente utili indicatori, ma molto spesso tali criteri si sovrappongono rendendo difficile la discriminazione tra farmaco e droga (che, significativamente, in lingua inglese si chiamano entrambi drug). Il principale criterio di demarcazione va individuato in una dimensione fondamentale della psiche umana: la motivazione.

L’aspetto motivazionale, quindi, è il criterio basilare per distinguere tra uso terapeutico (remissione dei sintomi e sollievo di una forma di disagio pervasivo, stabile e disabilitante) e uso ricreativo o abuso (miglioramento della performance, ottundimento delle facoltà cognitive, disinibizione…).

Come si può riconoscere un farmacodipendente?

Come ogni altra dipendenza, anche la dipendenza da farmaci è caratterizzata da modificazioni del comportamento abituale. Tuttavia, tali comportamenti sono difficilmente individuabili per cui la diagnosi di farmacodipendenza viene raramente formulata. Alcuni autori distinguono anche tra “dipendenza fisica” e “dipendenza psicologica”, ma una netta distinzione tra il dominio organico e quello psichico è scorretta perché l’uomo è un’unità psicofisica.

I principali comportamenti da prendere in considerazione per effettuare una diagnosi di farmacodipendenza sono:

  • la modalità in cui ci si rifornisce del farmaco (falsificando le ricette, procurandoseli sottobanco, sfruttando i familiari per rifornirsi di medicinali, facendolo prescrivere da più medici);
  • la modalità di assunzione del farmaco (utilizzo senza prescrizione medica, in dosi più elevate di quelle prescritte, in associazione ad altre sostanze per potenziarne gli effetti);
  • la dominanza tematica (riferimento continuo all’argomento, associazione tra stati fisici o stati d’animo e prodotto farmaceutico, conoscenza approfondita dei medicinali);
  • l’incapacità di astinenza (non riuscire ad interrompere l’assunzione del farmaco).

Secondo i dati divulgati dall’industria farmaceutica, gli psicofarmaci (e in testa a tutti le benzodiazepine) sono i medicinali più prescritti al mondo. Negli Stati Uniti il consumo di sostanze psicotrope ha oramai superato quello di qualsiasi altra droga, eccetto la cannabis. Anche in Italia gli antidepressivi e gli ansiolitici sono tra i farmaci più venduti in assoluto, senza contare quelli che vengono acquistati sottobanco o via internet. Il fenomeno quindi è molto allarmante.

In genere chi ha dipendenza dai farmaci è un invisibile. Neanche i familiari se ne accorgono. Il farmacodipendente ha bisogno di apprendere l’autosostegno, scoprendo le cause per le quali sente il bisogno di usare il farmaco come una “stampella” e apprendendo delle strategie efficaci per liberarsi dall’insicurezza e dalla dipendenza. Parlarne con uno psicologo costituisce il primo passo per poter superare questo disturbo e per aumentare il proprio benessere integrale.


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.