L’hanno esaltata come modello di ragazza semplice, accusata di essere la rovina di generazioni di donne, indicata come autistica, evitante, narcisista, istrionica. Ma in fin dei conti Amélie Poulin è soprattutto un modello di schizotipia ben vissuta che ha molto da insegnare ai non schizotipici.

Le fabuleux destin d’Amélie Poulain

Amélie Poulain è una ragazza autonoma, creativa, ha un lavoro, ha una casa, è in buoni rapporti con le colleghe. Si interessa degli altri, soprattutto i più deboli, coltiva il rapporto con il padre, si impegna attivamente per rendere il mondo un posto migliore. Le piacerebbe trovare il principe azzurro ma non si svende in relazioni sessuali e romantiche pur di non stare sola.

Però Amélie è strana. Molto strana.

La psicodiagnosi di Amélie

«Ma questa ragazza che problemi ha?». Guardano il film di Jean-Pierre Jeunet ve lo siete chiesti di sicuro, e non solo riguardo ad Amélie. Tutti i personaggi del Fabuleux destin sono eccentrici e disadattati: lo stalker paranoico che staziona al Café des 2 Moulins, il ragazzo delle consegne con ritardo mentale, l’ipocondriaca ai tabacchi, la madre ossessivo-compulsiva, il padre anaffettivo con depressione e lutto traumatico, il ragazzo degli album di foto con probabile disturbo evitante, l’anziano uomo di vetro recluso in casa (oggi lo chiameremmo Hikkikomori), lo scrittore fallito vittimista…

E Amélie? Che disturbi ha? Alcuni hanno diagnosticato* ad Amélie un disturbo dello spettro autistico, o un disturbo evitante o disturbo narcisistico.

Probabilmente Amélie è tutto questo, ma ha anche tratti riconducibili alla schizotipia.

Poiché il Disturbo schizotipico di personalità è una sindrome di cui si parla poco voglio approfittare di questo articolo per farvelo conoscere.

* Si parla di un personaggio di fantasia per cui la diagnosi è fittizia. Ma neanche le persone reali coincidono mai con il profilo psicodiagnostico dei manuali. Le etichette diagnostiche sono approssimazioni, riduzionismi utili che servono a noi psicologi per comunicare più facilmente tra professionisti della salute e per sintetizzare quell’insieme di esperienze uniche e irripetibili che abbiamo ogni giorno lì, sedute sul divano di fronte a noi. 

Il Disturbo Schizotipico di personalità

La caratteristica principale della Schizotipia è la stranezza. E che Amélie sia strana lo capiamo fin dai primi fotogrammi. È lei stessa ad ammetterlo parlando con l’Uomo di vetro utilizzando La Colazione dei canottieri di Renoir come test proiettivo:

Raymond Dufayel: Ebbene, dopo tutti questi anni la sola persona che faccio ancora fatica a delineare è la ragazza con il bicchiere d’acqua. È al centro eppure ne è fuori.

Amélie: Forse è solo diversa dagli altri.

I criteri diagnostici del Disturbo schizotipico sono: distorsioni cognitive, percettive e affettive, eccentricità, scarsa intimità relazionale. Applichiamoli a quello che sappiamo di Amélie.

Criteri diagnostici del disturbo schizotipico ICD 11

Un modello duraturo di discorsi, percezioni, credenze e comportamenti insoliti che non sono di intensità o durata sufficienti per soddisfare i requisiti diagnostici di Schizofrenia, Disturbo Schizoaffettivo o Disturbo Delirante. Il modello include molti dei seguenti sintomi:

  • Affetto ristretto, tale che l’individuo appare freddo e distaccato;
  • Comportamento o aspetto strano, eccentrico, insolito o peculiare e non coerente con le norme culturali o subculturali;
  • Scarso rapporto con gli altri e tendenza al ritiro sociale;
  • Credenze insolite o pensieri magici che influenzano il comportamento della persona in modi non coerenti con le norme subculturali, ma non raggiungono i requisiti diagnostici per un delirio;
  • Distorsioni percettive insolite come illusioni intense, depersonalizzazione, derealizzazione o allucinazioni uditive o di altro tipo;
  • Sospettosità o idee paranoiche;
  • Pensieri vaghi, circostanziali, metaforici, eccessivamente elaborati o stereotipati, si manifestano in discorsi strani senza grossolana incoerenza;
  • Rimuginazioni ossessive senza la sensazione che l’ossessione sia estranea o indesiderata, spesso con contenuto di dismorfismo corporeo, sessuale o aggressivo.

I sintomi dovrebbero essere presenti, in modo continuo o episodico, da almeno 2 anni.
I sintomi causano disagio o compromissione del funzionamento personale, familiare, sociale, educativo, lavorativo o di altre aree importanti.

L’ICD puntualizza che possono verificarsi deliri transitori, allucinazioni e disturbi del pensiero ma non per più di 1 mese e che i sintomi non devono essere spiegati da condizione medica, sostanze o altri Disturbi psicologici.

Distorsioni cognitive, percettive ed emotive

Amélie ha molti pensieri bizzarri e inconsueti: pensa di poter contare il numero di orgasmi a Parigi in quel momento (15!), ha bizzarre teorie sull’Uomo delle fototessere, si sente investita di una missione come Zorro per cui rintraccia Bretodeau.

Fin da bambina «Amélie si rifugia in un mondo da lei inventato. In questo mondo i dischi di vinile sono preparati come delle crêpes, e la moglie del vicino, in coma da mesi, in realtà ha scelto di esaurire in una volta tutte le sue ore di sonno» così potrà rimanere sveglia per il resto della sua vita.

Le sue distorsioni percettive non sembrano arrivare ad essere vere e proprie allucinazioni o stati di depersonalizzazione o derealizzazione. Questa è una caratteristica che appartiene più a Nino che ad Amélie, ad esempio quando il maialino dell’abat-jour parla con l’oca del quadro o quando Nino stesso dialoga con le fototessera dell’album.

I pensieri di Amélie non sono paranoici (come Jpseph), vaghi, circostanziali o stereotipati, ma per comunicare predilige modalità indirette e metafore, come ad esempio il video all’Uomo di vetro o i segnali a Nino.

Comportamento o aspetto strano, eccentrico, insolito o peculiare

L’aspetto di Amélie forse è peculiare. I comportamenti invece sono decisamente bizzarri: tenere pietre in tasca per lanciarle al canale Saint Martin; il complicato percorso che fa fare a Monsiuer Quincampoix per riavere l’album di foto: il diabolico gaslighting con il quale punisce monsieur Collignon; le frasi dello scrittore fallito scritte sui muri o declamate sull’autobus. Ordisce elaborate macchinazioni ad esempio quando fa viaggiare il nano da giardino o il collage della lettera alla portinaia.

Scarsa intimità relazionale rapporto con gli altri e tendenza al ritiro sociale.

La dimensione interpersonale è il tallone d’Achille di Amélie. Come la ragazza del Déjeuner sur l’herbe Amélie partecipa restando fuori. Non è del tutta priva di relazioni, la proprietaria e le colleghe del Café des 2 Moulins le vogliono bene, l’amica hostess ci tiene a lei (tanto da diventare Biancaneve), ma Amélie è fondamentalmente sola e con un marcato ritiro sociale.

Non teme il contatto sociale per timore di essere criticata, disapprovata o rifiutata (come chi ha il Disturbo Evitante) né risulta avere deficit nell’interazione sociale (come chi ha Disturbo dello Spettro Autistico), è che non desidera il contatto sociale, sente che non ha punti di contatto con gli altri, i quali non capiscono e nemmeno hanno idea del suo bizzarro mondo mentale. In questo Nino è diverso da tutti gli altri.

La gamma di espressioni emotive di Amélie appare abbastanza ristretta, tanto che per tutto il film (tranne che quando guida il cieco e nei fotogrammi finali) appare un po’ fredda e distaccata.

Quindi se sono strano significa che sono schizotipico?

L’ICD 11 dice chiaramente che non basta avere comportamenti e credenze stravaganti, bizzarri o insoliti per poter diagnosticare la schizotipia. Il Disturbo Schizotipico va diagnosticato solo se l’individuo sta vivendo angoscia o gravi limitazioni nel funzionamento (personale, familiare, sociale, lavorativo…).

Amélie non sembra angosciata, un po’ triste sì, ma tra tristezza e angoscia ce ne passa. Si mantiene con il suo lavoro, ha una rete sociale ridotta, non molto intima, d’accordo, ma non possiamo parlare di menomazioni nel funzionamento psicosociale.

Ad Amélie non possiamo fare una diagnosi di disturbo di personalità, di nessun tipo, perché manca la grave l’imitazione nel dominio del Sé e Interpersonale.

Quindi se senti di somigliare un po’ alla giovane Poulain, ti vesti in modo eccentrico, fai discorsi e ragionamenti diversi dal coro e raccogli sassi da lanciare nel canale, tranquilla: sei solo meravigliosamente strana.

La normalità, del resto, è sopravvalutata.

Perché consiglio questo film

  1. Per l’intensità poetica e per l’a’eccellente colonna sonora.
  2. Perché mostra che ci si può accostare alle nostre e altrui stranezze con leggerezza e gentilezza.
  3. Per l’elenco dei “ad Amélie piace – ad Amélie non piace”: un insegnamento importante a riscoprire i piccoli piaceri sensoriali. (→ vedi video)

“Mia piccola Amélie, lei non ha le ossa di vetro: lei può scontrarsi con la vita. Se lei si lascia scappare questa occasione, con il tempo sarà il suo cuore che diventerà secco e fragile come il mio scheletro. Perciò si lanci, accidenti a lei!”


L’articolo finisce qui.
Se volete approfondire ulteriormente il Disturbo Schizotipico proseguite nella lettura.

Criteri diagnostici del disturbo schizotipico nel DSM-5

Nel DSM-5 il disturbo schizotipico di personalità è un pattern caratterizzato da disagio acuto nelle relazioni affettive, distorsioni cognitive o percettive ed eccentricità di comportamento. Inizia entro la prima età adulta ed è presente in svariati contesti. Per porre una diagnosi è necessario siano presenti almeno cinque dei seguenti elementi:

  1. Ha idee di riferimento (escludendo allucinazioni di riferimento).
  2. Ha convinzioni strane o pensiero magico che contrastano con le norme subculturali.
  3. Fa esperienze percettive insolite, incluse illusioni corporee.
  4. Il contenuto e la forma del pensiero risultano strani (per es. eloquio vago, circostanziale, metaforico, iperelaborato o stereotipato).
  5. È presente un pensiero di tipo paranoide.
  6. Affettività inappropriata o limitata.
  7. I comportamenti e l’aspetto risultano strani, eccentrici o particolari
  8. Non ha amici stretti o confidenti, a eccezione dei parenti di primo grado.
  9. Presenta eccessiva ansia sociale, dovuta non tanto a un giudizio negativo di sé quanto a preoccupazioni di tipo paranoide.

Ma Amélie non era Autistica? Facciamo la Diagnosi differenziale

Molti, soprattutto non psicologi, hanno descritto Amélie come Asperger, cioè una persona nello spettro autistico senza disabilità intellettiva. 

Come si distingue una diagnosi dall’altra?

La diagnosi differenziale consiste nel comprendere le differenze tra i diversi quadri diagnostici (anche se oggi l”ICD e il DSM spingono per il tailoring diagnostico). Alcuni tratti del Disturbo Schizotipico effettivamente si sovrappongono ad altri disturbi.

Confine con la Schizofrenia: i disturbi del pensiero hanno manifestazioni più gravi, più bizzarre e più persistenti. Sono caratterizzate da vere e proprie allucinazioni, deliri, disorganizzazione del pensiero e dell’eloquio o sintomi negativi (anedonia, abulia, catatonia…). Anche chi ha Disturbo Schizotipico può sperimentare distorsioni percettive, convinzioni insolite, eloquio strano, ritiro sociale ma per fare diagnosi di Schizofrenia è necessario che questi sintomi durino almeno 1 mese. Inoltre, in chi ha un Disturbo Schizotipico la “stranezza” nel linguaggio, nelle credenze e nei comportamenti insoliti è una caratteristica piuttosto stabile nel tempo, mentre il quadro sintomatologico di chi ha Schizofrenia è discontinuo (differisce nelle fasi prodromiche, in acuzie o nelle fasi residue).

Confine con lo Spettro Autistico: molti di quelli che non conoscono i criteri del disturbo dello spettro autistico leggendo le caratteristiche del Disturbo Schizotipico avranno pensato: ehi, ma questo è autismo! No, non lo è. Non basta che sei eccentrico o hai un’affettività inappropriata o limitata.

La diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico è caratterizzata da due criteri che devono essere presenti entrambi ed entrambi in modo significativo:

  • deficit persistenti della comunicazione sociale e dell’interazione sociale
  • pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi

Le persone con Disturbo Schizotipico non hanno difficoltà nella decodifica della comunicazione non verbale e se lo desiderano sono perfettamente in grado di relazionarsi in modo adeguato e comunicativo. Il fatto è che non lo desiderano. A differenza degli autistici, le persone con Disturbo Schizotipico non mostrano modelli di comportamento e interessi ripetitivi e stereotipati. Le persone autistiche, d’altro canto, non hanno un pensiero magico o paranoide. L’area che si sovrappone è quella delle difficoltà interpersonali e la tendenza al ritiro sociale.

Confine con il Disturbo Paranoide e Disturbo Schizoide: gli studenti dei primi anni di psicologia confondono sempre il Disturbo Schizoide e quello Schizotipico. I nomi sono davvero simili! Il pensiero sospettoso e l’ideazione paranoide sono comuni con il Disturbo Paranoide, mentre il disinteresse per le relazioni è simile a quello Schizoide. Ciò che distingue in modo chiaro queste tre sindromi sono i pensieri e comportamenti disorganizzati e bizzarri.

Confine con il Disturbo Istrionico: il disturbo istrionico è più diffuso di quanti si pensi. Le caratteristiche principali sono la manipolazione seduttiva, la drammaticità espressiva e il senso di fragilità. La seduzione viene attuata attraverso l’apparenza e il fisico ma il fine ultimo non è la sessualità quanto la ricerca di attenzione. Possono vestire in modo molto vistoso e stravagante, ma è evidente la differenza con il Disturbo Schizoide.

Confine con la normalità (soglia). La soglia tra i sintomi del Disturbo Schizotipico e il comportamento e le credenze stravaganti, eccentrici o insoliti in individui senza un disturbo diagnosticabile è talvolta difficile da determinare, soprattutto perché alcune persone nella popolazione generale mostrano un comportamento eccentrico e riferiscono esperienze soggettive simil-psicotiche o insolite senza qualsiasi apparente compromissione del funzionamento. Il Disturbo Schizotipico dovrebbe essere diagnosticato solo se l’individuo sta vivendo angoscia o menomazione nel funzionamento personale, familiare, sociale, educativo, lavorativo o in altre aree importanti del funzionamento legate ai suoi sintomi (ICD 11).


Dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.