ANSAGli uomini non possono compiere più di due azioni alla volta perché il cervello si divide in due impegnando un emisfero per ciascun lavoro. Riportata sulla rivista Science, è la scoperta di ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche francese. Lo studio è stato effettuato assegnando dei compiti a volontari e monitorando le aree attivate dal loro svolgimento. Se il compito è uno, l’intero cervello è impegnato in esso, se sono due, i due emisferi si dividono il lavoro.

Guidare, truccarsi, parlare al cellulare e magari ascoltare la radio. Quante cose riusciamo a fare contemporaneamente? E quante ne facciamo bene?

In ogni istante il nostro cervello è bombardato di sensazioni, cioè di input provenienti dai sensi. Il tutto avviene automaticamente, in modo per lo più inconsapevole. Ma se ci riflettete un attimo, vi accorgerete che gli stimoli che il nostro corpo e, quindi, il nostro cervello si trova a dover processare in ogni frazione di secondo sono moltissimi.

In questo momento i vostri occhi stanno guardando lo schermo del computer, ma anche gli oggetti, le persone, le pareti e tutto ciò che sta intorno allo schermo. Il vostro olfatto percepisce degli odori, il vostro udito ascolta magari una canzone alla radio, oppure il rumore delle automobili, dei vicini di casa e di un animale domestico. Soprattutto il tatto riceve numerosissime afferenze sensoriali: la sensazione dello schienale della sedia sulla schiena, la temperatura della stanza, la sensazione dei vestiti… E, anche se non ne siete consapevoli, il vostro cervello sta elaborando le informazioni relative alla posizione del vostro corpo nello spazio attraverso il senso dell’equilibrio e la propriocezione, cioè le coordinate dei vostri arti rispetto al piano spaziale. Aggiungiamo anche le informazioni di enterocezione: sì, perché in ogni istante il sistema nervoso autonomo comunica al cervello lo stato dei visceri, del battito cardiaco, del livello di glucosio nel sangue, dell’idratazione e, ovviamente, anche del respiro.

Sono molte informazioni, non è vero? Ma il cervello è adibito proprio a questo. La maggior parte di questa elaborazione di dati avviene in modo inconsapevole. Solo se abbiamo una colica, ad esempio, ci accorgiamo di cosa avviene nelle nostre viscere. Prendete il caso di quando andate in un centro commerciale con un amico: ricevete moltissimi stimoli (la folla, le vetrine, la musica in filodiffusione…), ma riuscite senza troppe difficoltà ad individuare ed ascoltare il vostro amico isolando gli input che provengono da lui e mandando sullo sfondo tutti gli altri. Come ci riuscite?

È merito dell’attenzione. L’attenzione è la capacità di focalizzarsi solo su alcune informazioni che riteniamo importanti eliminando i “distrattori”, cioè tutto ciò che non ci interessa. Ognuno di noi ha un livello di preparazione fisiologica a ricevere stimoli dall’ambiente  che varia durante l’arco delle 24 ore e in base alle condizioni ambientali. Il limite minimo è dato dal sonno, quello massimo dall’iperattività. Questo livello di stimolazione viene indicato con il termine inglese arousal.

L’attenzione viene classicamente suddivisa in:

  • attenzione selettiva
  • attenzione divisa
  • attenzione sostenuta.

L’attenzione selettiva consiste nel focalizzarsi su una fonte o su un canale sensoriale mandando sullo sfondo tutti gli altri. L’attenzione sostenuta è la capacità di prolungare nel tempo l’attenzione, mantenendo alto il livello di arousal. L’attenzione divisa, infine, è grossomodo quella di cui parla la ricerca che ho riportato all’inizio dell’articolo e consiste nel riuscire a prestare attenzione a più stimoli contemporaneamente.

La ricerca condotta da Charron e Koechlin ha dimostrato che quando eseguiamo un compito si attiva il giro del cingolo anteriore, che è la porzione di cervello (in verde nella figura, la porzione a sinistra) che sta intorno al fascio di fibre (“corpo calloso”) che collega l’emisfero destro e quello sinistro (in bianco nella figura). Quando siamo impegnati in 2 compiti contemporaneamente, il compito principale viene processato dal cingolato dorsale anteriore sinistro, mentre il compito secondario è processato dal cingolato dorsale anteriore destro. La ricerca ha anche dimostrato che la nostra capacità di multitasking finisce qui: siamo in grado di processare solo due compiti alla volta.

È noto da tempo che la corteccia frontale/prefrontale è l’area in cui avviene la pianificazione del nostro comportamento, mentre il cingolato è coinvolto nel sistema motivazionale: in pratica, quando abbiamo degli obiettivi il lobo frontale individua gli obiettivi e suddivide i vari passaggi per arrivarci. Ma quando si svolge un’azione è importante anche monitorare che non stiamo uscendo fuori strada, correggere gli eventuali errori e cercare di non ripeterli. Di questo si occupa il cingolato anteriore. Che ha anche il compito di valutare che tipo di ricompensa comporta quell’azione. In altre parole, il cingolato decide se ne vale la pena oppure no.

Con questa ricerca viene confermato che quando ci dedichiamo a molte cose contemporaneamente finiamo con il farle male tutte. Perché non siamo attrezzati a fare bene più di due compiti. Quindi meglio occuparsi di un solo compito alla volta con la garanzia di farlo bene, più in fretta e in modo sereno che stressarci prestando attenzione a molti compiti per poi, alla fine, farli male, con molta fatica e con un carico di stress che, francamente, è meglio evitarselo se si può.


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.