- All’università passava gli esami perché copiava, ma è una persona onesta.
- Si faceva suggerire le risposte, ma è una persona onesta.
- Ha pagato per farsi scrivere la tesi, ma è una persona onesta.
- All’Esame di Stato ha nascosto i riassuntini nella cinta, ma è una persona onesta.
- Ha ottenuto il posto di lavoro grazie alla raccomandazione, ma è una persona onesta.
- Esercita senza chiedersi mai se le procedure che utilizza siano davvero il meglio che si possa offrire al paziente, ma è una persona onesta.
- Paga l’affitto dello studio in nero, ma è una persona onesta.
- Non paga i contributi ai collaboratori, ma è una persona onesta.
- Si accorda col commercialista per raggirare il fisco, ma è una persona onesta.
- Lavora in nero perché è dipendente statale e non potrebbe svolgere il doppio impiego, ma è una persona onesta.
- Gestisce una onlus e intasca i profitti, ma è una persona onesta.
- Fa il ricercatore all’università grazie alle conoscenze del papà, ma è una persona onesta.
- Non emette mai la fattura ai pazienti, ma è una persona onesta.
Caro collega, cara collega,
se continuate a giudicarvi persone oneste, non si tratta di “deformazione nella percezione del Sé” o di “alterazione del sistema valoriale di riferimento”.
Si chiama semplicemente ipocrisia.