«In fin dei conti, siamo tutti un po’ psicologi, no?». Alzi la mano chi non ha mai sentito questa frase. Personalmente me lo sono sentito dire da un macellaio, da una cassiera del supermarket, da un chirurgo plastico, dal barista, da una tabaccaia e da moltissime altre persone.
Che sia chiaro: siamo davvero “tutti un po’ psicologi”: la psicologia non è un potere magico o un fluido mesmerico di origine aliena di cui solo pochi eletti sono dotati. Però chiediamoci:
perché la gente non dice “siamo tutti un po’ ingegneri, siamo tutti un po’ astrofici nucleari, commercialisti, meccanici, cardiologi, oftalmisti…”?
Basta osservare il contesto nel quale viene utilizzata la frase: in genere viene detta quando qualcuno parla del proprio lavoro e spiega che per poterlo svolgere deve capire e ascoltare le persone. Deve essere, cioè, “un po’ psicologo”.
Per la maggior parte delle persone, dunque, lo psicologo è una persona che sa ascoltare, sa creare un legame empatico, conosce il “perché” di certi problemi e sa aiutarti a trovare una soluzione a quei problemi.
Ed è proprio così, come vedremo. Dire che “siamo tutti un po’ psicologi”, però, lascia intendere che queste competenze siano alla portata di tutti e non richiedano una formazione specifica.
È un etto e mezzo di psicologo: che faccio, signora: lascio?
Qual è l’unità di misura per stabilire quando si è psicologo o quando lo si è solo un po’? Io so consigliare alcuni medicinali, so risolvere le equazioni di primo grado e so cambiare gli pneumatici alla Panda. Sono, quindi, un po’ farmacista, un po’ matematico e un po’ gommista. Per dirlo con una battuta:
In cucina utilizzo NaCl e H2O e pulisco il bagno con NH3 e C12H25–C6H5–SO3Na, ma non mi sento “un po’ chimico”.
Magari conosco i farmaci meglio di un farmacista laureato, so diagnosticarvi una polmonite meglio del dottor House e so fasciare una zampa a Fuffi meglio del veterinario. Solo perché non ho la laurea mi volete impedire di farlo per lavoro?
La risposta è piuttosto semplice: avere una laurea non garantisce la competenza e la bravura. Ma non averla che garanzie può dare? Essere nati in Polonia non garantisce che conosciate bene il polacco, ma quante possibilità avete di saper parlare il polacco meglio di un polacco se siete nati altrove?
Potreste dire: non serve che lo Stato certifichi la preparazione, basta il passaparola. È vero, ma il passaparola è un’arma pericolosissima: ricordatevi che milioni (e sottolineo: milioni) di persone hanno creduto che Wanna Marchi e il Mago do Nascimento gli avevano risolto i “problemi di salute e di lavoro”. E centinaia di persone si sono lasciate uccidere dal guru di turno che aveva scoperto la medicina miracolosa per il cancro (e in ogni caso, la legge del passaparola vale anche per i professionisti certificati dallo Stato).
Pretendiamo maggiore qualità e professionalità
L’incompetenza è sempre un danno, sia che si tratti di un impiegato delle poste che di un netturbino. Ma quando si tratta della vostra salute o della salute dei vostri cari, ve la sentite di affidarvi al caso?
Non ci sto a chi dice:
«Dato che l’università non seleziona e offre una formazione scadente; dato che l’Esame di Stato non rappresenta una vera linea di demarcazione tra chi è competente ed efficace e chi ha una preparazione solo teorica o neppure quella; dato che gli ECM non “costringono” ad una vera formazione continua, allora facciamo fare il mestiere di psicologo anche ad altri».
Io penso che tutti dobbiamo pretendere che lo Stato
- renda sempre più esigente la selezione di psicologi, medici, infermieri, avvocati etc.
- effettui verifiche più impegnative per chi vuole accedere a queste professioni
- esiga un aggiornamento continuo reale ed efficace.
- vigili con maggiore rigore sul rispetto della deontologia
Già dopo la laurea triennale lo studente di psicologia dovrebbe essere in grado di fare counselling di base. Dopo la laurea quinquennale e l’iscrizione all’Albo deve saper fare counselling psicologico (ovvero: sostegno, abilitazione e riabilitazione). Se dopo 3 o 5 anni di esami universitari, centinaia di ore di tirocini, esercitazioni, simulazioni e role playing non è messo in grado di farlo, diamo il via a occupyMIUR e occupyOrdine. Ma, per favore, non ricorriamo anche noi ai surrogati.