La mela è un falso frutto. Proprio così: come la fragola (i cui veri frutti sono gli acheni, cioè quei puntini neri incastrati nella polpa rossa) così il vero frutto del melo è il torsolo. Se iniziamo con un frutto che non è un frutto, figuratevi dove ci potrà condurre questo racconto.

Tempo fa vi spiegai che “Biancaneve e i sette nani” è una favola adolescenziale. Ma dissi anche che, come tutte le favole, racchiude molti più significati. Prendiamo ad esempio la mela: è impossibile non pensare ad altre storie ancora più antiche di quella di Biancaneve in cui la mela gioca un ruolo centrale.

Biancaneve ed Elena di Troia

Biancaneve è una favola antichissima, la cui origine si perde nella notte dei tempi, tant’è che nella storia di Biancaneve sopravvivono alcuni elementi del mito di Elena di Troia. Riassumo brevemente il racconto:

Paride e la guerra di Troia

Un giorno sull’Olimpo si stava svolgendo il banchetto nuziale di Peleo e Teti ed erano stati invitati tutti, persino Ade e Proserpina (sovrani degli inferi), Ares (dio della guerra) e lo zoppo Efesto.
Tutti tranne Eris, la dea della discordia.
Certo, si potrebbe obiettare che se sei la dea della lite e della contesa dovresti anche aspettartelo che non ti invitano. Invece Eris ci rimase male e se la legò al dito.
Eris andò nel giardino delle Esperidi, prese una mela d’oro, ci incise sopra “Alla più bella” e la fece rotolare sotto il tavolo delle dee.
Figurarsi!
Subito Era, Atena e Afrodite iniziarono a litigare e a contendersi la mela. Ogni dea voleva essere la più bella. Per porre fine alla contesa, le tre dee chiesero a Zeus di giudicare. Ma Zeus avvertì subito il pericolo – non per niente era il capo degli déi – per cui se ne guardò bene e passò quindi la patata bollente a Paride, ordinandogli di scegliere chi fosse la più bella. Paride schifò le tre dee e stabilì che la donna più bella del mondo era Elena di Troia, scatenando l’ira funesta delle dee. Il resto della storia la conoscete.

In questo mito Eris riesce a scatenare una guerra sia in paradiso che in terra facendo leva sul desiderio di essere la prima. Per Era, Atena e Afrodite non era sufficiente essere dee, essere bellissime, essere immortali, avere un potere immenso. È lo stesso tormento che consuma dall’interno la Matrigna di Biancaneve: non le basta essere bella: deve essere la più bella del reame.

Dal punto di vista psicologico, queste persone sono condannate a restare sul gradino più alto del podio, ad essere impeccabili, perfette. Non possono concedersi pause o momenti di svago. La loro non è un’opzione: devono essere le prime. Altrimenti? Altrimenti non valgono niente. Altrimenti nessuno le stimerà. Altrimenti nessuno darà loro riconoscimento e amore. E senza riconoscimento e amore si muore, anche se hai un intero regno o l’Olimpo ai tuoi piedi.

Ci sono molte persone infettate dal veleno della matrigna. Ogni volta che si impegnano in una relazione, in un lavoro, in uno sport, in qualsiasi cosa, risuona nella loro testa il monito:

“O sei il primo o non sei nessuno”.

E intanto si perdono il lato bello dell’esistenza.

La prossima volta che fate qualcosa di bello e una vocina nella vostra testa vi dice che “però potevate farlo meglio”, mandatela a stendere e godetevi il risultato che avete raggiunto.


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.