Le scuole di psicoterapia in Italia sono tantissime. E sono quasi tutte diverse tra loro per ispirazione e per impostazione. Come si fa a sceglierne una? E in base a quali criteri? È giusto “andare dove ci porta il cuore”? E tu – mi chiedono molti – in base a quali criteri hai scelto?

Cara Marielaide,
visto che stai per terminare l’EdS e quindi siamo quasi colleghi, diamoci del tu. 

Al termine dell’Università, passata l’euforia della Laurea e la trepidazione per gli Esami di Stato, ti stai chiedendo: a quale Scuola di Psicoterapia mi posso iscrivere? Qual è la migliore? E in base a quali criteri posso sceglierla?
Prima di rispondere a queste domande, permettimi di chiederti:

Sei proprio sicura che vuoi diventare psicoterapeuta?

Capiamoci: io penso che sia il mestiere più bello del mondo. Però se stai scegliendo di fare psicoterapia solo perché ti hanno detto: “Krishnasantissimo! Non puoi fermarti a psicologia, non lo sai che senza psicoterapia non si lavora!?”, allora stai sbagliando strada.

Innanzitutto perché la psicologia è un mercato saturo da anni, non sarà il titolo di psicoterapeuta a farti lavorare. Ma, soprattutto, perché la clinica è molto impegnativa, umanamente e professionalmente. Occorre quindi passione.

PRIMO CONSIGLIO: prima di scegliere quale scuola frequentare, chiediti se la psicoterapeuta è davvero quello che desideri fare

Informati bene sui costi, sull’impegno richiesto, sul mercato potenziale, sui pro e i contro e, se la risposta è ancora sì, segui la tua passione (vale per qualsiasi mestiere sceglierai).

In base a cosa ho scelto la mia scuola di psicoterapia?

Io a 20 anni decisi che volevo essere uno psicologo clinico e diventare come il mio psicoterapeuta Francesco – che poi ho scoperto che era medico, ma questa è un’altra storia.

Mano a mano che studiavo all’Università, mi resi conto che aggiungere dopo la parola “psicoterapeuta” aggettivi fandom (cognitivo, psicodinamico, sistemico, transazionale, multimodale etc.) o dedicati a qualche personalità morta o vivente (freudiano, adleriano, reichiano etc) non aggiungeva in realtà niente. Anzi, mi convinsi che rischiava di mettere in ombra gli unici aggettivi di cui mi interessava davvero: capace, umano, intelligente, onesto, cordiale, efficace, preparato…

Nella scelta della scuola di psicoterapia puoi percorrere 3 strade

  1. scegliere l’indirizzo: seguire i criteri adottati dalla massa, ad esempio: “vado dove mi porta il cuore” (emotività superficiale), “scelgo l’indirizzo migliore(presunzione illusoria), “scelgo l’approccio che scava veramente nel profondo” (presunzione doppia);
  2. scegliere la scuola: valutare quale istituto ha docenti capaci, un metodo di insegnamento efficace, strutture e percorsi adatti allo scopo, cioè insegnarti il mestiere di psicoterapeuta.
  3. lanciare una monetina.

Sulla terza opzione non dico nulla, sai già tutto dai corsi di statistica.

Riguardo alla strada n°1 (scegliere l’indirizzo) mi viene in mente una Conferenza tenuta da Eric Berne a un congresso di psicoterapeuti, ai quali disse: nessun medico si sognerebbe mai di apprendere solo i concetti e le tecniche “che sente più vicine al proprio animo”. Ma soprattutto nessuna persona sana di mente andrebbe da un medico (o un architetto o un idraulico) che si è formato in questo modo.

– «Dottore, dottore, presto! Sto soffocando!»
– «Mi spiace, signora, ma le tecniche per disoccludere la faringe non le sentivo vicine al mio animo e non le ho studiate»

Agli psicologi che scelgono l’indirizzo inizia ad apparire Leibniz che li convince di aver scelto “il migliore degli indirizzi possibili”.

Diciamocelo chiaramente: entrare a far parte di un “fan club” non farà di te un terapeuta migliore. Ti costringerà a pensarlo, così come costringe ogni tifoso a pensare che la propria squadra, il proprio quartiere, il proprio colore della pelle, il proprio credo, la propria regione, nazione, continente o pianeta è migliore degli altri. E non importa che il “fan club” sia dedicato a Jung, alla Benjamin, a Freud, a Berne, alla Klein,  a Lazarus o a Beck.

La scuola di psicoterapia migliore è quella che ti forma meglio

Scegliere la scuola significa capire che non sarai un terapeuta migliore solo perché il mondo intrasoggettivo lo chiamerai Modelli Operativi Interni, Schema, I.P.I.R., Oggetti interiorizzati, Schema-Sé, Imago fantasmatiche o in qualsiasi altro modo. E significa anche avere i piedi piantati per terra:

La scuola migliore è quella che ti forma nel modo migliore!

Prova a pensarla in termini di “contenitore” e non di “contenuto”. E consideralo l’inizio del tuo addestramento (togli la cera – metti la cera, Marielaide-san) perché come psicoterapeuta sarai chiamata a comprendere i processi del paziente senza farti sedurre dal canto del contenuto.

Ma alla fine, in base a quali criteri la scelgo la scuola praticamente?

Locandine e siti internet non ti danno le informazioni di cui necessiti.

Cerca di informarti personalmente su chi sono i docenti; contatta qualcuno che ha iniziato a frequentare quella scuola; chiedi di assistere a qualche lezione per capire il metodo di insegnamento; vai agli “Open day” e conosci le persone, informati su quali strutture hanno per esercitazioni, supervisioni e  tirocini e come funzionano.

Diverse scuole ormai hanno un centro clinico collegato nel quale puoi iniziare le tue prime psicoterapie supervisionate, è una risorsa molto utile da tenere presente.

Insomma, valuta se la scuola che ti interessa ti mette davvero in grado di apprendere in modo efficace il mestiere di psicoterapeua.

Prima di salutarti, cara Marielaide, un ultimo consiglio: se vedi che ragionano in modo settario, fuggi a gambe levate!


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.