Partendo dal censimento di Almalaurea, una riflessione sul presente e sul futuro della professione di psicologo tra Gufi e Venditori di fumo.

La società attuale è divisa tra “Venditori di fumo” e “Gufi”. No, non è che sia davvero divisa così, ma è così che la dipingono i rispettivi schieramenti. Se però li usassimo come estremi di un continuum, allora potremmo dire che in effetti ad un estremo ci sono quelli che campano di slogan e marketing, che cercano di convincerti che la crisi è solo una moda, come i Monclair e il Dolceforno, che se la gente non lavora è perché non ha voglia e che i milioni di disoccupati degli ultimi anni in realtà sono persone che hanno preso le ferie anticipate.

Poi ci sono i Gufi, quelli che in Italia va tutto male, la società è marcia, è tuttounoschifosignoramia, aimieitempierameglio (anche se hanno 16 anni), quelli che giocano al “Sì…ma…” e se gli proponi una qualsiasi soluzione rispondono invariabilmente sarebbe bello però non…” e quasi pare che ci godono a vedere che va tutto male.

Ogni schieramento accusa chiunque non faccia parte del proprio di essere dello schieramento opposto. Cioè: se secondo te la pubblicità non salverà il mondo sei un Gufo. Se pensi che non basta cambiare slogan per moltiplicare i soldi delle pensioni sei un gufo. Se non credi che fare uno spot con le auto che vanno sulla luna, piegano i palazzi, fanno scoppiare neon e bombe di vernice non cambia di un virgola l’inquinamento, il costo della benzina e la viabilità sei un gufo. Se non fai sempre di sì quando parla il tuo leader sei un gufo.
Oppure: se proponi una soluzione alternativa sei un Venditori di fumo. Se pensi che impegnandosi si ottiene qualcosa sei un Venditori di fumo. Se non ti lamenti perennemente sei un Venditori di fumo. Se non fai sempre di no con la testa sei un Venditori di fumo.

Un segnale che siete sulla strada giusta è quando entrambi gli schieramenti vi accusano di essere sia Gufo che Venditore di fumo. Loro sono troppo ottusi per accorgersene, ma evidentemente voi state ragionando sulla realtà con la vostra testa e non per schieramenti. Continuate così!

Qui sotto riporto alcuni passaggi di un interessante articolo intitolato: «Giurisprudenza, lettere e psicologia, ecco le lauree che creano più precari». Leggiamo insieme e poi ognuno tiri fuori le proprie conclusioni. Le mie sono: la situazione è pessima, si può fare molto per invertire la rotta ma per vedere i risultati tra 5 anni bisogna iniziare a fare cambiamenti reali, lungimiranti, coraggiosi, impopolari e dolorosi ora. Non domani. Non dopodomani. Ora. Meno slogan e più fatti.

Quando si parla di lavoro non tutte le lauree sono uguali. Esistono discipline che portano (molto) più facilmente a un impiego e altre meno, campi in cui il reddito è maggiore e altri ancora dove ci si deve arrangiare con quanto si trova.
Nel 2013 fra i laureati in giurisprudenza lavora poco più di uno su due – di gran lunga l’ambito peggiore. Restano in fondo alla classifica, anche se le cose vanno già meglio, gli ambiti letterari e psicologia, insieme al settore politico-sociale.
L’occupazione è solo la prima faccia della medaglia: l’altra è il reddito. Un conto è lavorare, un altro – a volte ben distinto – guadagnare in modo dignitoso. Medici e ingegneri sono in cima alla lista con circa 1.500€ netti al mese (in media, e ancora tre anni dopo la laurea).
Ben sotto i 1000€ troviamo invece i laureati in psicologia (in media 813 euro), ambiti letterari (896), educazione fisica (920). Gli psicologi sono fanalino di coda, insomma.
Dal 2010 – di nuovo – non ci sono buone notizie. Gli stipendi sono in calo pressoché ovunque tranne che per i laureati in discipline dell’insegnamento. La cosa sorprende fino a un certo punto: sono proprio giovani e neo-laureati a pagare di più la crisi.

Che fare quindi? I Gufi vi diranno che è colpa di quelli di prima, è colpa delle lobby occulte, delle scie chimiche, della religione, di chiunque. E che non si può far niente e peggiorerà soltanto.

I Venditori di Fumo vi diranno che ci sono orizzonti fantastici e rosei per tutti, basta solo crederci, e crederci sempre di più e che se non “sfondi” è perché non ci stai credendo abbastanza. Un po’ come i maghi e gli oroscopi, insomma.

Io, che non sono né Venditore di Fumo né Gufo, penso che nascondere la testa sotto la sabbia e dire “non parliamone” è un atteggiamento puerile e dannoso. È bene che tutti siano consapevoli dei dati reali e concreti riguardo alla professione di psicologo, soprattutto chi sta decidendo di investirci tempo, passione e denaro. Penso anche che ognuno di noi può fare molto per cambiare le cose, ciascuno nel proprio ambito (gli amministratore nell’ordine, i deputati in parlamento, i docenti nelle università e nelle scuole etc.).

Ma per non trovarci qui tra 5 anni a lamentarci di come sono andate male le cose negli ultimi 5 anni abbiamo bisogno di cambiamenti reali, coraggiosi, impopolari e dolorosi. Non slogan. E non promesse o progettualità. Gli organi di governo e i colleghi che abbiamo eletto saranno capaci di fare queste scelte concrete, coraggiose, impopolari e dolorose? E voi, siete disposti dal canto vostro ad accettare scelte concrete, impopolari e dolorose?


dr Christian Giordano

Psicologo Psicoterapeuta, mi occupo principalmente di terapia di Coppia e terapia Sessuale. Esperto in psicodiagnosi e grafologia. Appassionato di saggistica, neuroscienze e letteratura, in particolare filosofia, narrativa, fantascienza e fantasy. Linux user. → Scrivimi per info e consulenze private in studio e via Skype.